Torna indietro

Controcopertina - Legambiente: Cinghiali, così non va

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 02 aprile 2003

Nonostante le richieste di Legambiente e degli agricoltori il Parco non ha ancora attivato le trappole per la cattura dei cinghiali. A questo punto è legittimo il sospetto che tale comportamento derivi da un tacito accordo con i cacciatori. La stagione estiva, quella in cui i cinghiali causano più danni e pericoli alla sicurezza pubblica, si avvicina ed i mesi di febbraio e marzo (quelli in cui le femmine gravide iniziano a essere numerose) sono passati con le gabbie chiuse e solamente una cinquantina di cinghiali abbattuti nel corso delle braccate effettuate dai cacciatori, in tale periodo, nel Parco. A fronte di tale gestione, criticabile, della popolazione del cinghiale nell’area protetta, Legambiente manifesta apprezzamento per il provvedimento dirigenziale recentemente assunto dalla Provincia di Livorno, simile a quello dello scorso anno, nel quale autorizza interventi di abbattimento fino al 31 ottobre 2003. Ci auguriamo che la Polizia Provinciale, come indica il Provvedimento, possa agire liberamente, senza alcun tipo di condizionamento esterno. Invitiamo, pertanto, le associazioni venatorie a dare la loro disponibilità per abbattimenti all’aspetto o alla cerca. E’ doveroso da parte della Provincia e del Parco intervenire tempestivamente e sistematicamente nei luoghi dove i cittadini segnalano danni provocati dall’ungulato. Nel frattempo Legambiente prende atto delle parole dell’assessore Franco Franchini che ritiene necessario ridurre gli ungulati a circa 400 esemplari. Al fine di raggiungere tale obiettivo, invitiamo la Provincia ed il Parco ad effettuare un concreto monitoraggio della popolazione del cinghiale per la redazione di un adeguato piano di prelievo. Nel frattempo Legambiente chiede che venga convocato un incontro con Parco, Provincia, cacciatori, ambientalisti e agricoltori al fine di predisporre un piano che preveda l’attivazione di una massiccia campagna di trappolamento fuori e dentro il Parco e la formazione di una squadra di abbattitori, individuati dalle associazioni venatorie, che possa effettuare, sotto il controllo del Corpo Forestale dello Stato e Polizia Provinciale, interventi di abbattimento sistematici e puntuali nelle zone segnalate dai cittadini. Se queste azioni non saranno intraprese al più presto Legambiente si adopererà in iniziative utili a far diventare la scellerata gestione del cinghiale all’Isola d’Elba un "caso nazionale". Infatti, in un territorio chiuso e limitato, dove quindi la gestione faunistica dovrebbe risultare relativamente facile, le esigenze di protezione della flora e della piccola fauna locali, e del mantenimento degli ultimi esempi di tradizionale attività agricola sono ignorate al fine di soddisfare le esigenze di una minoranza degli elbani che rivendicano il "diritto" ad esercitare un’attività di puro svago e divertimento personale, quale è la caccia. Tutto ciò a scapito degli interessi della collettività.


cinghiali scrofa

cinghiali scrofa