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Cronaca di Will 2006, i lavoratori per un lascito durevole

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 29 gennaio 2006

NAIROBI (Kenya). Integrare l´ambiente e lo sviluppo sostenibile nella linea di condotta e nell’azione dei sindacati dei lavoratori è stato il tema dell’Assemblea delle confederazioni sindacali Will 2006 (Worker´s Initiatives for a Lasting Legacy - Iniziative dei lavoratori per un lascito durevole) organizzata delle Nazioni Unite dall’agenzia per la protezione dell’ambiente con la partecipazione delle agenzie del lavoro e della salute e delle confederazioni sindacali e la Fondazione per il lavoro sostenibile. La conferenza ha visto la partecipazione di 150 rappresentanti dei sindacati e ha voluto dare voce e rappresentare tre miliardi di lavoratori del mondo con l’obiettivo di promuovere la piena integrazione dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile (economia, ambiente e dimensione sociale) in un contesto di responsabilità comuni e differenziate. Questi i temi affrontati: 1. Cambiamento climatico ed energia L´energia è indispensabile per il soddisfacimento delle necessità umane e la liberalizzazione della distribuzione, che sostituisce il monopolio pubblico, crea un sistema disaggregato e ineguale di disponibilità dell´energia per le popolazioni del mondo con impatti non controllati sulla salute umana e sull’ambiente. Il sistema dei trasporti, e dei relativi consumi energetici, non regge l´impatto della globalizzazione del mercato. Sviluppare sistemi di risparmio energetico è l’opportunità del futuro (vedi ad esempio il piano del governo tedesco per la riduzione del consumo energetico degli edifici che verrà proposto all´UE come modello nel corso del semestre tedesco del 2007). Occorre migliorare la qualità di vita nei paesi in corso di sviluppo attraverso il trasferimento e l’adozione delle migliori pratiche in tema energetico. 2. Rischio chimico e sostanze pericolose I sindacati hanno espresso la necessità di attivarsi per identificare i problemi e proporre le soluzioni Sollecitano l’adozione del principio che «chi inquina paga» e del principio di precauzione (recentemente introdotto nella Costituzione francese), lo sviluppo di una nuova chimica verde, lo sviluppo di una nuova agricoltura che preveda l’abolizione dei pesticidi. I sindacati hanno partecipato alle procedure dell’Unione Europea per l´adozione del regolamento Reach che ha ottenuto l’accordo politico dei ministri europei. 3. Accesso alle risorse e ai servizi L’accesso sostenibile alle risorse è il motore per alleviare la povertà e per assicurare a ciascuno di ottenere la sicurezza dei mezzi di sussistenza attraverso un equo accesso al cibo, energia, abitazione, salute e sicurezza sociale, acqua e servizi sanitari, educazione e trasporti. I Governi devono assumere l’autorità di legiferare per conservare la gestione pubblica delle risorse come acqua, energia, territorio e cibo. Le autorità pubbliche municipali devono essere affiancate nel processo decisionale dal meccanismo dell´Agenda 21 attraverso il quale chiamano a giocare un ruolo i molteplici portatori di interessi. Certe risorse, come l’acqua, non devono essere considerati prodotti e la tendenza a privatizzare i relativi servizi pubblici deve essere scoraggiata. 4. Responsabilità sociale delle imprese La responsabilità sociale dell’impresa (Enterprise Social Responsabilità, Esr) è divenuto oggetto di dibattito tra sindacati e altre categorie interessate agli effetti che la Esr può avere nella sostenibilità, protezione dell’ambiente e nella questione sociale. La Esr pone una sfida ai sindacati per lo sviluppo sostenibile: si basa su meccanismi volontari, promuove un approccio unilaterale ai problemi, si indirizza in una miriade di regole alcune positive ma altre negative o incomplete. Il compito dei sindacati è quello di valutare, supportare e partecipare i processi Esr che promuovono standard internazionali di lavoro, dialogo sociale, e di fare in modo che i risultati non riducano o rimpiazzino il ruolo dei governi o delle organizzazioni internazionali. 5. Occupazione, ambiente e salute pubblica Ogni anno più di due milioni di uomini e donne muoiono per incidenti sul lavoro o per malattie collegate al lavoro. Occorre fermare il degrado sociale che può risultare dall’esportazione dei processi di lavoro, macchinari e chimici, e prevenire lo spaventoso numero di incidenti sul lavoro, ferimenti, malattie che derivano dalla chimica nuova o vecchia che producono asbestosi e persistente inquinamento organico. L’assemblea si è chiusa con l’approvazione di un documento comune che verrà proposto dal ministro spagnolo dell’ambiente, Cristina Narbona, alla Conferenza mondiale dei ministri dell’ambiente che si terrà dal 7 al 9 febbraio prossimo a Doha. Partecipando ai lavori della conferenza, Cristina Narbona ha illustrato le iniziative del governo spagnolo che ha orientato il nuovo programma alle problematiche dell’ambiente e della sostenibilità istituendo un consiglio ambientale con rappresentanti delle varie categorie compresi i sindacati e le Ong. Fondamentali sono la partecipazione, la conoscenza e l’azione proposta dalla Carta di Rio de Janeiro, l’accordo governo-sindacati per un tessuto produttivo di qualità, la norma sulla responsabilità ambientale che richiede alle imprese a rischio ambientale una assicurazione finanziaria, il problema dello sviluppo urbanistico del litorale, la conservazione della biodiversità, l’esportazione dell’esperienza e la collaborazione per la globalizzazione dei diritti umani. Paolo Gasparri (da www.greenreport.it)


Nairobi Kenya

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