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A Sciambere della Lettera sul Panico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 28 gennaio 2006

Caro Signor Presidente del Consiglio Non l'ho mai particolarmente amata per l'ideale di italietta di cartapesta furba ma non intelligente, a volte seriosa ma mai seria, che incarna; lei non mi piace per il suo essere vanesio e pieno di sè per il suo ignorare che è enormemente superiore al suo sapere, per le sue vanterie, per le sue bugie, per la sua prepotenza, per la sua incoerenza e per il culto dell'arrivismo e dell'incultura che ha fatto crescere in questo Paese. Da oggi mi piace (pareva impossibile) ancora meno e le spiego perchè. Lei cercando di dileggiare il suo avversario lo ha accusato di avere "attacchi di panico" e per questo non volerla incontrare. Immaginiamo che ciò fosse vero. Cosa avrebbe pensato se il suo interlocutore avesse risposto "è vero ho gli attacchi di panico, ma tu hai avuto un tumore alla prostata, sei sicuro di resistere altri cinque anni"? Se il suo avversario avesse detto una cosa così atroce, unanime sarebbe stata la condanna e le espressioni di solidarietà nei suoi riguardi. Ma guardi signor Presidente che anche lei l'ha detta grossa. Tra le molte cose che lei evidentemente ignora (e se non la ignora è pure peggio) gli attacchi di panico sono una cosa seria, una malattia feroce che rovina la vita a chi ha la sfortuna di soffrirne, che possono invalidare una persona, farla soffrire al punto da indurla al suicidio. Gli attacchi di panico non sono come lei pensa in milanese "la caghètta" dei paurosi, sono tutta un'altra e più complessa cosa, non necessariamente chi ne soffre è un vile, un pusillanime o un cacasotto. Anzi, guardi che ci vuole fegato e fatica enorme e quotidiana, ad essere in quelle condizioni e cercare di vivere una esistenza il più possinile normale sotto un profilo lavorativo, relazionale etc. Provare per credere, come dice uno dei suoi tanti gabibbi. Da malato quasi storico di DAP (Sindrome da disturbi da attacchi di panico) mi sono sentito molto offeso, signor Presidente, a sentir usare per le sue guittate pre-elettorali quella espressione tra un sorriso e l'altro. Veda caro Presidente, la malattia da lei tanto leggermente citata è probabilmente vecchia quanto l'uomo, ma relativamente da poco la si studia, riconosce e cura; ma anche guardando al passato e studiando comportamenti e "stranezze" nelle biografie di persone che ci hanno preceduto, gli psichiatri possono emettere una diagnosi post-mortem. E così si è appreso che sicuramente con questa disgrazia hanno dovuto convivere Alessandro Manzoni, Charles Darwin, Marcel Proust e molti altri che non le cito perché quasi sicuramente lei non conosce. Veda, molto spesso si trattava di persone straordinariamente intelligenti e sensibili, incapaci di meschinità, molto preoccupate del bene del prossimo e della Terra, non molto attente alla loro personale convenienza e capaci di innovare la sezione di mondo, di storia, di conoscenze in cui operavano, per questo li ricordiamo. Dovrebbe gioirne Presidente, perchè se tanto ci dà tanto, lei è proprio immune dagli attacchi di panico. Mi creda Presidente. con tutto il suo potere, con tutta la sua arroganza, con tutti i lacchè che le stanno intorno cantando le sue lodi, con tutte le persone (anche per bene) a cui ha carpito voti vendendo fumo e sogni e che ancora stravedono per lei, col suo essere il venticinquesimo per ricchezza tra i miliardi di esseri umani del pianeta, lei non vale un'unghia del panicoso Charles Darwin. Lei è in fondo un miliardario miserando, uno da commiserare. Perchè Presidente, i saltimbanchi della politica possono confondere le idee della cronaca, ma il loro impietoso ritratto poi lo fornisce la storia. E per quello non c'è chirurgo plastico che tenga.