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Esa a corto di soldi. I comuni devono versare 8 milioni e Dupim 4 per il Buraccio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 27 gennaio 2006

Si sarebbe dovuto parlare delle linee di indirizzo per il programma 2006-2009 alla riunione indetta oggi dall’Elbana servizi ambientali (Esa), ma la discussione è presto scivolata sul presente e sui problemi che Esa deve affrontare tutti i giorni. Il presidente Giovanni Frangioni, ha illustrato con una certa preoccupazione la situazione della gestione dei rifiuti all’Elba: «Il rewamping dell’impianto di trattamento dei rifiuti del Buraccio (nella foto) sta andando avanti con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia – ha detto - ma se non arriva il finanziamento di 4 milioni di euro già concesso e previsto nel Documento unico programmatico per le isole minori (Dupim) saremo presto costretti a comunicare l’impossibilità ad andare avanti». Di fronte alle lamentele di Albergatori e Confcommercio sulle tariffe – è stato portato il caso di un ristoratore che paga 9.000 euro all’anno ma poi si trova costretto a smaltire gli oli esausti con altre aziende - e sulla qualità del servizio e della raccolta differenziata che in alcuni comuni praticamente non esiste, Frangioni ha tenuto a precisare che «senza nuovi spazi e strutture per lo stoccaggio, che sono previsti da un accordo sottoscritto il 7 gennaio 2005 con tutti i comuni, non è possibile avviare una efficace raccolta differenziata e nemmeno arrivare ad una riduzione delle tariffe». Particolarmente difficile la situazione a Portoferraio dove i nuovi capannoni Esa, inizialmente previsti dal nuovo regolamento urbanistico lungo la strada provinciale di accesso alla città, sembrano destinati in un’area più piccola che non potrebbe essere sufficiente alle esigenze di Esa, in seguito alle osservazioni di cittadini e ambientalisti. Secondo il presidente Frangioni anche il servizio di ritiro porta a porta che si effettua nel centro storico di Portoferraio sarebbe troppo costoso. Le difficoltà economiche in cui si dibatte Esa derivano dal fatto che «dai comuni devono ancora arrivare 7/8 milioni di euro e solo due amministrazioni comunali sono in regola con i contributi: Marciana Marina e Capoliveri, mentre Campo nell’Elba ha addirittura aperto un contenzioso legale con l’Esa, anche se i rapporti tra l’azienda e il Comune sono da qualche tempo più distesi ed un accordo ora pare possibile». Ma Frangioni ha prospettato anche la possibilità di realizzare un termovalorizzatore adatto e dimensionato per l’Elba, cosa che ha sollevato una decisa reazione da parte di Gian Lorenzo Anselmi di Legambiente che ha detto: «Noi non siamo contro la termovalorizzazione dei rifiuti, ma dopo il clamoroso fallimento del termovalorizzatore del Buraccio, che gli elbani stanno ancora pagando molto caro e di tasca propria, sarà difficile fare un’altra struttura simile all’Elba, visto anche la quantità di rifiuti da trattare. E’ un’ipotesi che sarebbe molto difficile da far digerire agli operatori turistici elbani e agli abitanti di qualsiasi comune». Il rappresentante di Legambiente ha anche fatto rilevare come sia un po’ strano che le linee di programma 2006-2009 prevedano nel Cda dell’Esa la presenza di un rappresentante delle associazioni dei consumatori, poco presenti all’Elba, e non di un rappresentante delle associazioni ambientaliste, che sul tema dei rifiuti sono sempre state molto attente e propositive. Frangioni ha respinto la richiesta dicendo al contrario di considerare «un grosso atto di democrazia l’entrata di un rappresentante degli utenti nel Cda di Esa». www.greenreport.it


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