La Regione non ha bocciato l’eolico all’Elba, ha semplicemente fermato un progetto ritenendo di non aver avuto sufficienti garanzie e chiarimenti: non ci pare – nelle motivazioni – di aver trovato pregiudizi al fatto che, a determinate condizioni, si possa puntare anche all’Elba sull’energia del vento. L’ Elba e l’ Arcipelago non sono infatti un posto qualsiasi: lo scempio delle antenne del puntale non sarebbe accettabile se al loro posto vi fossero pale eoliche delle stesse dimensioni. Lo scopo del Piano Energetico Unitario che l’Assessorato all’Ambiente della Regione Toscana auspica per l’Elba e che sta emergendo come cosa ovvia quanto necessaria dai lavori di Agenda 21 Locale, è appunto quello di decidere quanti dei 35-40 megawatt di energia che servono annualmente all’ Elba possono essere risparmiati, quanti prodotti dal vento (se necessari nel quadro del fabbisogno complessivo, come e dove senza produrre impatto ambientale sul paesaggio), quanti dal solare, ecc. in un progetto integrato che utilizzi quello che c’è in loco (oltre vento e sole, da noi, anche le biomasse) e che, coinvolgendo ENEL, punti ad evitare la realizzazione dell’elettrodotto, pensato in tempi nei quali non era neppure all’orizzonte l’ipotesi di una programmazione unitaria sull’ energia.. L’elemento etico che traspare dalla discussione emersa in questi giorni, di contribuire cioè a rispettare gli accordi di Kyoto, è una componente importante quanto quella economica legata all’autonomia energetica: è innegabile che il miglior rapporto investimenti/resa che ha l’eolico tra le rinnovabili, unisca concretamente etica ed economia. E’ per questo importante che la Regione abbia convocato per domani all’Elba un incontro tra i Comuni, il Parco Nazionale, la Comunità Montana, l’ Agenzia Energetica della Provincia, proprio per definire un percorso istituzionale comune che avvii il nostro territorio sulla strada della sostenibilità energetica rispettosa dell’ambiente e del paesaggio.
marino garfagnoli