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Gli elbani producono in un anno 778 kg di rifiuti a testa

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 14 gennaio 2006

Il Forum tematico di Agenda 21 locale della Comunità Montana dell'Elba e Capraia del 13 gennaio ha visto una buona partecipazione ed un dibattito di buon livello. Si parlava di rifiuti e di depurazione delle acque e la discussione è stata introdotta dai due responsabili del forum, Massimo Coreani e Angelo Meola. Coreani ha detto che "Per il lavoro di raccolta dei dati abbiamo avuto difficoltà, sono ancora parziali ed a volte contraddittori e vanno comunque riguardati, sia i dati provenienti dai Comuni elbani che quelli di Esa sull'impianto del Buraccio. I valori di produzione di rifiuti procapite all'Elba sono paragonabili a quelli toscani, anche se si evidenziano valori superiori a quelli della Provincia di Livorno. In totale - ha aggiunto l'esperto ambientale - un elbano produce in media 778,41 kg annui di rifiuti, con un trend di crescita della produzione di RSU durante tutto il periodo esaminato, su questo sembra incidere molto il quantitativo di imballaggi che è sempre più alto". Ma Coreani ha affrontato anche un altro dei punti dolenti dello smaltimento dei rifiuti all'Elba, l'impianto del Buraccio a Porto Azzurro "che è sottoposto ad un rewamping che dovrebbe concludersi entro il 2006 e iniziare la produzione di compost di qualità. Ma il costo di smaltimento è più alto all'Elba che nei comuni continentali ed occorrono iniziative per educare a ridurre i rifiuti, ne è un esempio il conferimento degli ingombranti al Buraccio che, con più attenzione di Esa e le denunce delle discariche abusive, è passato dai 438,100 kg del 2003 agli 881.460 del 2005. Ma - ha concluso Coreani - scontiamo anche il fatto che in nessun comune dell'Elba esiste un Ufficio Ambiente ed i dati forniti dalla stessa Amministrazione sono spesso contraddittori" "Per le acque reflue - ha detto Angelo Meola - easistono 24 impianti di trattamento e 57 stazioni di sollevamento. Dai dati disponibilii l'afflusso agli impianti pubblici varia dal 67% invernale a circa il 60% in estate, il resto sfugge al controllo e non si comprende come il carico inquinante venga smaltito sul territorio. L'unico comune ad aver iniziato un censimento degli impianti privati è Rio Marina, gli altri coimuni non tengono conto delle norme vigenti e nessuno sa dire dove finiscano i fanghi prodotti, i dati forniti sono strani - ha dichiarato Meola - in alcuni comuni c'è una forte riduzione, o addirittura la sparizione, dei dati sul conferimento di fanghi, poi magari l'anno successivo i fanghi ricompaiono". Il Presidente della Comunità Montana dell'Elba e Capraia ha proposto "Uno sportello ambiente curato dalla Comunità Montana con la costituzione di una gestione associata che potrebbe ricevere anche finanziamenti regionali, un'ipotesi da verificare e confrontare con le Amministrazioni Comunali". Alessi ha anche annunciato che il prossimo 26 gennaio la Comunità Montana organizzerà un convegno sul Piano Energetico Unico Elbano al quale parteciperà anche l'Assessore Regionale all'Ambiente Artusa. Di particolare interesse l'intervento di Giovanni Frangioni, Presidente dell'Elbana Servizi Ambientali che, rispondendo a Sergio Galli che, a nome degli Albergatori del Consorzio Costa del Sole aveva criticato le modalità di raccolta dei rifiuti, ha detto" Nell'ultimo periodo c'è un'attenzione diversa e positiva che va raffoirzata, con l'impegno di affrontare le criticità. Bisogna però mettere in campo azioni preventive, ed occorre fare un approfondimento, anche attraverso Agenda 21, su questo. Un'obiettivo di tutta la collettività deve essere quello di aderire ai consorzi della filiera del CONAI. Ma c'è sicuramente anche un problema di risorse - ha sottolineato Frangioni - ad esempio, ad oggi non sono ancora arrivati i finanziamenti DUPIM per il Buraccio. Suilla discarica di Literno ci sono ritardi nella gestione dell'impianto, Esa sta rispettando gli impegni, anche se ci sono intoppi . Ma il vero tema da sviluppare - ha tenuto a sottolineare il Presidente Esa - è quello degli imballaggi. L'Elba può candidarsi a diventare isola libera dalla plastica, c'è bisogno di azioni concrete per lo sviluppo sostenibile. Occorre un piano d'azione, un progetto nostro. Un'attenzione al mare ed alle coste: pulizia dei fondali marini, aree portuali, acque di sentina. Occorrono indirizzi programmatici seri per il territorio. Ne abbiamo fatto - ha concluso Frangioni - oggetto di approfondimento con il Presidente di Federambiente ed ANCIM, si può fare anche con la Comunità Montana. Ma occorre essere chiari: le raccolte differenziate, senza spazi per selezionare e pressare, sono costose e non esistono i margini per abbassare la tariffa". Sollecitazioni ben accolte da Umberto Mazzantini, Portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano che si è detto "contento che finalmente i temi sollevati dagli ambientalisti da anni siano diventati sentire comune, siano finalmente annoverati tra le cose concrete. Forse si è perso tempo, ma si può recuperare. Iniziamo a liberare l'Elba dai sacchetti di plastica: la Corsica ha dimostrato che si può fare in due anni". Ma l'ambientalista ha posto con forza anche il problema della depurazione delle acque "Con il 1 gennaio è entrata in vigore la nuova normativa europea e in mare non dovrebbe finire nemmeno un litro di acqua non depurata. Siamo invece serviti da impianti di setacciamento fuori legge e da un piccolo numero di depuratori non sempre a norma. E' quì che Agenda 21 deve intervenire e misurarsi se si vuol continuare a parlare di qualità del turismo e dell'ambiente".


agenda 21 13 gennaio

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