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Legambiente boccia il Piano Strutturale di Campo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 04 novembre 2002

Forti critiche al piano strutturale del Comune di Campo nell’Elba da parte di Legambiente. Nella dettagliata nota dell’associazione ambientalista si legge in primo luogo la perplessità per un progetto di ampliamento delle unità abitative, 1500 in più, motivato dalla crescita demografica del comune, che però supera di gran lunga quello delle reali necessità. Il piano infatti è stato varato in previsione di un aumento della popolazione del 20%, sproporzionato se si pensa che dal 1951 al 2001 il comune ha avuto un incremento di soli 98 abitanti ma un calo di 110 abitanti rispetto al 1982. Legambiente sostiene che sia questo “ un escamotage per giustificare una massiccia cementificazione del territorio” e che il piano sia in contraddizione con la legge regionale 5/95 che recita testualmente “nuovi impegni del suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono di norma consentiti quando non sussistono alternative al riuso e riorganizzazione degli insediamenti e infrastrutture esistenti. Devono comunque concorrere alla riqualificazione dei sistemi insediativi e degli assetti territoriali nel loro insieme ed alla prevezione e recupero del degrado ambientale”. Il Cigno Verde ritiene che il piano abbia ignorato la presenza sul territorio comunale del Parco Nazionale dell’Arcipelago, scavalcando molti dei vincoli da esso imposti. Fetovaia, Seccheto, Vallebuia, Cavoli, Colle Palombaia prevedono zone di frangia che consentirebbero una massiccia cementificazione del territorio intorno agli abitati. E questi interventi – continua il Cigno – non i possono certamente essere motivati con l’urgenza della prima casa. Non c’è da parte del piano di Campo nell’Elba nessuna attenzione alle zone considerate a rischio di inondazioni e, nonostante i recenti danni provocati dall’alluvione del 4 settembre, non si è posto nessun riguardo alla zona tra la Pila e la Foce, antica zona umida almeno fino agli anni 50/60. Marina di Campo infatti si è sviluppata nel dopoguerra estendendosi in una zona paludosa e un’area dunale. Sono previsti invece sia un interporto per camion, che Legambiente giudica di nessuna utilità per un piccolo paese come Campo, sia una strada pedemontana la cui realizzazione viene avvertita con lo scopo principale “di raggiungere nuove aree edificabili” e non di migliorare la situazione della viabilità. Preoccupazione anche per il progetto del porto turistico in grado di accogliere 750 barche che dovrebbe sorgere proprio davanti alla spiaggia di Galenzana e ai confini del Parco Nazionale. Forti obiezioni si sono concentrate soprattutto sul “Piano Spiagge” considerato un vero e proprio “Pre-piano strutturale” in quanto sono previste una serie di operazioni (vendite, spostamento delle scuole) che fanno presupporre una nuova manovra speculativa. A proposito della spiaggia di Marina di Campo sulla nota di Legambiente si legge: “la spiaggia ha perso, dal dopoguerra ad oggi, quasi per intero il suo sistema dunale, e lo stesso arenile è devastato ed eroso da strade sulla spiaggia, da opere portuali e da costruzioni a ridosso del mare e dalle attrezzature balneari. I ripascimenti degli ultimi tempi e le strutture a mare hanno solo alleviato il fenomeno erosivo, con avanzamenti della battigia di breve periodo e scarsa importanza.” Il piano non risparmia neppure Pianosa, a Cala Giovanna il comune vorrebbe impiantare uno stabilimento balneare e utilizzare le strutture esistenti come servizi igienici e cabine. Il documento del Cigno Verde, che pubblichiamo per intero nella rubrica “Ambiente”, termina con l’invito ad una nuova stesura del piano strutturale tenendo conto questa volta del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, dei vincoli del Parco Nazionale, e della legge Regionale 5/95, auspicando una più fattiva concertazione tra Regione e Provincia.


punta di fetovaia

punta di fetovaia

marina di campo spiaggia

marina di campo spiaggia

marina di campo golfo

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