Gentili amici di Legambiente, devo innanzi tutto ringraziarvi per avermi fatto conoscere le corrette modalità di raccolta ed accatastamento di quei rifiuti che, a partire dal settembre 2002, cominciai a raccogliere nelle vallate intorno al paese di Poggio. Tutto ebbe inizio da quel tristemente noto 4 settembre, giorno dell’alluvione. L’acqua scava, crea passaggi mai visti prima, porta a galla le cattive coscienze e quintali di rifiuti semisepolti dalle foglie di quegli stessi castagni che offrono asilo ai dolcissimi ghiri. Si è parlato di emancipazione collettiva, durante gli anni del Dopoguerra, emancipazione esasperata e spesso dannosa; specialmente quando bisognava fare i conti con una scarsa coscienza ambientale, quando era ritenuto normale perfino il gettare un elettrodomestico in una scarpata. Si credeva, all’epoca, che bastassero alcuni lustri a cancellare l’esistenza e il ricordo di quanto vi veniva abbandonato. Meglio non pensarci. Meglio passare lungo le strade, a piedi o a cavallo, senza guardare giù. È pericoloso, tutto sommato. Occhio che non vede, cuore che non duole. Le decine e decine di elettrodomestici che raccolsi ininterrottamente ed illegalmente da quel settembre 2002 (per eventuali dettagli in merito, vi potrò fornire la mia completa documentazione fotografica) giacevano nel più completo disinteresse collettivo; interamente localizzati sottostrada, sono stati per decenni visibili a tutti nel loro triste abbandono. E per trent'anni nessuno ha mai fatto nulla. Ma sono pochi quelli che illegalmente amano sporcarsi le mani. Anch’io potevo benissimo non sporcarmele; per di più dovevo sostenere, in quell’autunno 2002, diversi esami universitari che richiedevano impegno e dedizione continua; come poter conciliare, quindi, lavatrici e università? Da solo, con una corda ed un paio di robusti guanti, radunai illegalmente quintali di schifezze alle quali nessuno più pensava da oltre trent’anni; segnalai ogni sito di raccolta all’Amministrazione Comunale di Marciana, che – e di questo sarò sempre riconoscente – nell’arco di neppure due settimane rimosse tempestivamente le circa 20 cataste di elettrodomestici, enormi ed illegali. Credetemi, non ho mai agito in malafede. Anzi, in quell’occasione ho creduto di comportarmi come un umile e silenzioso – le rivendicazioni su carta stampata non sono mai state il mio forte – amico della Natura. Ma non della Legge, a quanto mi spiegate. Farò tesoro dell’esperienza e del vostro insegnamento. Per concludere, vorrei solo segnalarvi un potenziale sito di raccolta, ultima e scomoda testimonianza dell’alluvione; si tratta del Fosso dell’Acquaviva, poco più a valle dello stabilimento Fonte di Napoleone. Vi si accede da un ripidissimo baratro in corrispondenza del cimitero di Poggio; due o trecento metri lineari d’immondezzaio, dove le limpide acque di quell’incredibile vallata gorgogliano tuttora tra cassette di plastica, materiali tossici e lavatrici. Ve ne riporto due immagini. Certo di trovare un vostro positivo riscontro, vi saluto ringraziandovi per avermi aperti gli occhi.
Stramonio 1 discarica
stramonio 2 discarica