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Il Natale dei lavoratori dell'est all'Elba

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 08 gennaio 2006

Per molti di loro è stato un normale giorno di lavoro. Come badanti o manovali. Invece al loro paese è Natale, le famiglie si riuniscono intorno alla tavola, bevono e cantano. Cantano canzoni bellissime che annunciano la nascita di Gesù, e la rinascita del nuovo anno. E’ il natale ortodosso dei migranti dell’Est, che non coincide per pochi giorni con quello cattolico perché si basa ancora sul vecchio calendario giuliano. Papa Gregorio XIII nel 1582 riformò il calendario introdotto da Giulio Cesare che avendo un piccolo difetto di calcolo rispetto al calendario solare non rispettava più l’andamento delle stagioni. Festeggeranno domenica, tra di loro, riuniti in piccoli gruppi. Gli ucraini si saluteranno con “Cristòs naroduvsia” che significa “è nato Gesù”. Al loro paese la vigilia, il 6 gennaio, si apparecchia mettendo del fieno secco sotto la tovaglia e accendendo tante candele. E’ bandita la carne, ma le portate devono essere rigorosamente 13, come i 12 apostoli e Gesù. Piatti poveri, conditi con l’olio. Pesce di fiume o nasello fritto, verdure, ravioli ripieni con patate conditi con la cipolla soffritta nel’olio. Ma prima di tutto si comincia con il dolce, il Kutià, il piatto che non deve mai mancare. E’ fatto con grano cotto e miele, nocciole a pezzi e papavero tritato. Si assaggia e poi si mette da parte, per la fine della cena. Il pranzo del 7 è un trionfo di carne di maiale, salumi ed insalate. Mentre le mamme cucinano i ragazzi vanno in giro a cantare sotto le finestre dei vicini, se saranno fortunati metteranno insieme un bel po’ di soldini. Mentre i ragazzi più grandi cantano sotto le finestre delle ragazze, che li inviteranno ad entrare e bere “gorilka”, la vodka ucraina. A Svitlana le candele si accendono negli occhi quando parla del suo natale lontano dalla figlia. E’ venuta a lavorare all’Elba per poterla mandare all’università. Ha una professionalità preziosa Svitlana, è infermiera ferrista della sala operatoria, ma con il suo stipendio non riesce a darle un futuro sicuro. “Sono venuta all’Elba perché una mia amica mi ha parlato di un’isola bellissima, dove c’era possibilità di lavoro. Sono arrivata in estate, ero sui sassi delle Ghiaie ed ho telefonato a ma figlia: sono in paradiso. Ho trovato una famiglia eccezionale, sono stata molto fortunata. Mi sento a casa, se non fosse per la mia bambina”. Le badanti vivono il natale in una strana dimensione. Festeggiano il natale cattolico con le famiglie presso le quali lavorano, e replicano il loro natale, come possono, il 7 e l’8 gennaio. “In fondo è molto simile – dive Svitlana – si sta in famiglia, si mangia si beve, si veglia.” Il babbo natale ortodosso è però più sollecito, si manifesta come San Nicola il 19 dicembre e arriva come Nonno Gelo il 31 dicembre. Porta regali per i bambini, anche per quelli che hanno i genitori lontani, che si prendono cura di nonni sconosciuti. Buon Natale (ortodosso) a loro dalla Redazione


bimbi ucraini

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