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Rifondazione: Tra l'isola felice e l'Isola del malaffare

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 07 gennaio 2006

Sulla “questione morale” all’Isola d’Elba si è accesa un’intensa discussione negli scorsi mesi, interrotta da una fiera esternazione del senatore, Sotto-segretario, sindaco e paladino delle libertà Bosi che. minimizzando i dati di criminalità sul territorio Elbano, sosteneva, con il supporto d’informazioni ottenute proprio per il suo ruolo di sottosegretario, “il dato sulla criminalità locale non si discostava molto da quello nazionale”. Le affermazioni di Bosi, esponente di questo governo che con la giustizia non riesce a riappacificarsi, cercavano in qualche modo di far abbassare la guardia dei cittadini che osservavano con preoccupazione gli avvenimenti che toccavano il nostro territorio e che avevano raggiunto, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e le procure, un’ampia risonanza sulle cronache nazionali. Il dibattito si è poi interrotto, per carità di esigenze economiche, l’industria dell’accoglienza turistica mal conciliava l’isola felice con l’immagine dell’isola del malaffare. Il dibattito è ripreso in questi giorni dopo l’intervento del P.M. Pennisi a margine del suo saluto alla procura Livornese per approdare ad altri incarichi, Nel contempo nell’isola, come del resto (forse Bosi aveva ragione) su tutto il territorio nazionale, l’immagine della illegalità tornava a farsi vedere con gli ultimi avvenimenti: indagini con arresto del vice sindaco di Campo Elba e tecnici; indagini sul territorio Capoliverese che vedono coinvolti il commissario del Parco Nazionale ed ex sindaco Ruggero Barbetti, ex amministratorii e tecnici; controlli a tappeto della Finanza per reati nella pubblica amministrazione; controlli del Corpo Forestale su reati ambientali pubblici e privati; controllo della Corte dei Conti su Bilanci e gestioni della società partecipate e per finire roghi ed incendi di dubbia matrice. Il dibattito si è ovviamente riacceso anche con punte polemiche ma sicuramente gli avvenimenti dell’Elba ma anche quelli a livello nazionale hanno mostrato l’ampiezza e la portata della questione (a partire dalle micro-faccende della criminalità, passando per medie-polemiche sui “costi della politica, sino alla macro-vicenda delle scalate alle banche). Il dibattito ha lasciato però in sospeso una domanda: la questione morale è tuttora questione politica? Chi, come noi, si ritiene “comunista non pentito”, non ha dubbi a rispondere di si. Infatti i concetti di “senso dello Stato” e di “interesse collettivo”, irrinunciabili per guidare una processo politico democratico e di (centro-)sinistra risultano deboli e offuscati se si prescinde da categorie del pensiero forte. Vengono allora in soccorso le lungimiranti intuizioni e lo “spirito pubblico” di Antonio Gramsci (per il quale inoltre il “moderno principe” è “banditore della riforma intellettuale e morale”). il che non significa disconoscere il valore dell’autonomia della politica, che deve giustamente rifuggire l’appiattimento sulla morale, o addirittura sulla religione. Tuttavia i mezzi spregiudicati (il Principe deve “simulare e dissimulare”...ecc.) sono messi a servizio di un fine eticamente valido (“il bene dello Stato”) non del potere fine a se stesso. Altrimenti il primato assoluto della politica porta alla distorsione uguale e contraria: la convinzione che il potere politico possa prevaricare giustizia, garanzie, regole. Questo anche in democrazia mediante la cosiddetta “dittatura della maggioranza”, di cui il governo attuale ed il suo capo hanno mostrato di abusare ampiamente. Invece vale la lezione di Norberto Bobbio che riconosce un rapporto di autonomia senza separazione, di reciproca feconda influenza tra etica e politica. Si alla “etica pubblica” ovvero alla politica orientata dai valori e dai principi costituzionali, non sottomessa al sistema di potere ed all’intreccio con gli affari. Le vicende di questi giorni hanno richiamato l’attenzione alla necessità di coerenza tra programma del centro-sinistra ed un effettiva azione di opposizione al sistema di potere vigente sopratutto in materia di politica-istituzioni-mondo finanziario. Riteniamo che non debba essere soffocato il dibattito aperto fra questione morale e legalità che tocca tutti gli aspetti del nostro vivere. Dopo i gravi avvenimenti che hanno toccato la nostra isola è di oggi l’allarme lanciato dalla CIGL che denuncia un preoccupante dato d’illegalità nel mondo del lavoro ( falsi contratti, assunzioni a nero e negazioni dei diritti contrattuali) con un forte dato in crescita proprio per l’Isola d’Elba. Crediamo che la politica debba riapropiarsi della qestione morale senza riserve e senza paure. Per tutto questo riteniamo che tali aspetti debbano entrare nel prossimo programma elettorale e presiedere, nel caso dell’auspicata vittoria, all’azione del futuro governo. Non si dovrà, nel caso, ripetere alcuna “bicamerale”. Al contrario riflettere sulle occasioni mancate (da “mani pulite” del 1992-94 ai “girotondi” e i movimenti del 2001-02) e rispondere alla domanda di legalità e giustizia che viene dalla parte sana del Paese, anche per corrispondere la nostra appartenenza al nostro slogan “un altro mondo è possibile” crediamo che sia possibile anche un’altra gestione della cosa pubblica.


coste elba da aereo

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