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E' ancora attuale la "diversità" berlingueriana

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 06 gennaio 2006

Credo che in molti ci stiamo chiedendo in questi giorni (di là della campagna calunniosa contro i DS del centrodestra e del suo capo Berlusconi, che, come ha detto bene Prodi, in materia d’intreccio d’affari e politica, non può certo parlare), se D’Alema e Fassino, sulla vicenda Unipol, non abbiano compiuto errori politici, non giudiziari, tali in ogni modo da infrangere quel codice Berlingueriano della diversità. Diversità intesa come capacità e dovere della politica di mantenere le distanze dal mondo dell’economia e degli affari, che era e dovrebbe tuttora essere l’elemento d’affidabilità e d’identità più forte della sinistra, anzi di tutto il centrosinistra. La questione che è emersa è appunto la concezione della politica dell’agire e del comportamento del politico, che si deve limitare nello svolgere il proprio ruolo, ad orientare, indirizzare democraticamente il Paese, nel rispetto dell’autonomia della società civile, dell’economia e del mercato, senza appunto sporcarsene le mani. Ciò non esclude il diritto/dovere della politica di scegliere i suoi obiettivi, anche economici e sociali, di correggere e promuovere sviluppo e innovazione, ma nel quadro d’interessi generali e valori etici condivisi. Certo oggi nelle moderne economie di mercato e finanziarie, gli interessi materiali, hanno un peso sempre maggiore e dominante ed hanno forza di condizionamento notevole. Ecco perché si rende necessario un codice etico che ancori e renda coerente la politica ai valori; tanto più per forze che si richiamano a quelli della sinistra. Non meno, ma più politica, che non cerca di rafforzarsi con la ricerca del sostegno di potentati economici o facendo da sponda ai cosiddetti interessi forti, ma che, al contrario sia espressione di tutta la “polis”, di tutta la città, a partire dalle “periferie sociali”, dal terzo escluso. Molta della sfiducia della gente nella politica, da tangentopoli in poi, è cresciuta proprio in ragione della crescente permeabilità della politica agli interessi privati e sempre a discapito degli interessi generali. Il centrodestra e le sue politiche rivolte alla protezione d’interessi personali e particolari, con leggi assolutorie ad personam, condoni dell’illegalità fiscale e edilizia, azioni contro l’ordine giudiziario, hanno alimentato ulteriormente questa sfiducia, questo distacco della politica dagli interessi generali. Ciò ha comportato un indebolimento della politica e delle istituzioni rappresentative. Per ridare fiducia e speranza nella politica bisogna non solo dire, ma agire coerentemente. Il tema è di quelli decisivi per dare forza e credibilità ad un’alternativa di governo al centrodestra. Per fare questo c’è bisogno non solo di non incorrere in errori, con il rischio di compromettere una possibile vittoria del centrosinistra, ma di rinnovare in profondità con più etica e coerenza, sia le forme della politica, che il personale politico. Resta pertanto attuale la “diversità Berlingueriana”.


Enrico Berlinguer

Enrico Berlinguer