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Controcopertina: Dieci gatti e sette cani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 05 gennaio 2006

Mi chiamo Lia Gentili e sono la barista di Pomonte “protagonista” del racconto della Signorina Patrizia Bandinelli sui gatti e sulla foto “dell’enorme squalo sugli scogli con sopra una bimbetta”. Quella foto l’ho scattata tanti anni fa: Le altre foto, alle quali accenna nel suo scritto la signorina in questione, sono alcune delle “pescate miracolose” di mio marito, il quale nei mesi invernali ama pescare a traina lungo le nostre meravigliose coste e, di quando in quando, prende qualche bella spigola, dentice od orata: L’episodio dello squalo fu un avvenimento per il paese e quella bimbetta è una delle mie due figlie, oggi madre del mio nipotino, fotografata con lo squalo (era uno squalo elefante) per avere una scala della sua enormità. Lo squalo purtroppo era stato trovato, già morto, nella rete calata sotto costa da un pescatore locale. E’ un pescatore professionista che tutti i giorni e le notti, mare permettendo, cala e salpa le reti dal suo gozzo a motore di otto metri per guadagnare il pane per sé e la sua famiglia. E’ un pescatore che ama il mare e ne rispetta le regole; che pesca legalmente e che - è opportuno che la signorina sappia – da una vita conduce non facili battaglie contro le spatare e la pesca a strascico illegale. E’ un pescatore che, posso assicurarle, non ricorda quell’avvenimento come una “maledetta pescata” e quella foto come “una bella foto da mostrare a tutti quanti per esibire un trofeo”. Non facciamo confusione fra la piccola pesca costiera, professionale o sportiva, ed i trofei di chi ama la pesca d’altura nei mari tropicali. A proposito di gatti voglio dirle, signorina Bandinelli, che vivo con mio marito, due figlie, un nipotino ed una madre, lavorando nel nostro bar di Pomonte. Abbiamo il nostro da fare: Ma ad allietare il nostro tranquillo vivere – pur nei suoi alti e bassi – siamo circondati dalla dignitosa dolcezza e dall’efficiente lavoro contro topi e serpi di diversi gatti, e non da due o tre mesi come lei in quel di Scaglieri, ma da sempre. Randagi raccolti per strada, o nati e cresciuti in casa, o gatte in procinto di partorire portate da qualche conoscente. In questo momento ne abbiamo dieci, tre più di lei. Convivono d’amore e d’accordo con sette cani. Non mi piacciono le difese generiche e ad oltranza della elbanità – in particolare in questo momento in cui pochi furbetti indigeni ed alcuni furbacchioni continentali hanno determinato un diffuso bisogno di legalità e di etica. Ma ancora meno mi piacciono – furbetti e furbacchioni a parte – coloro che arrivano, scelgono l’Elba come un rifugio più o meno passeggero e subito, senza il pudore e l’umiltà di guardarsi un po’ intorno, pontificano con spirito fondamentalista sulla sensibilità dei suoi abitanti verso la natura e l’ambiente, propinandoci racconti, che sono temini, in cui dopo una premessa filosofante sui massimi sistemi, si distorcono i fatti e i sentimenti delle persone. Nel racconto ha dimenticato di ricordare i tono aggressivi e dogmatici che caratterizzavano i suoi commenti alle mie parole ed anche frasi, probabilmente sfuggite, ma comunque diciamo un po’ sciocche, tipo: “Il pescatore non doveva mettere le reti”. Lei mi cita come esempio di quelle persone che “detesta profondamente” in quanto in grado di pronunciare solo “discorseti ottusi”, persone che “non hanno compreso il senso vero della cristianità” e che “mancano della cultura della pietà…, della sensibilità e del rispetto verso non solo le creature che soffrono, ma anche verso che si può dispiacere per loro” (cioè lei). Quanti giudizi gratuiti. Quanta arroganza. Sono concetti e parole che offendono profondamente non solo me, ma tanta gente perbene; la stragrande maggioranza delle persone che l’Elba ospita come abitanti o come turisti, e che vivono ed amano l’isola (lo scoglio, dicono queste persone quando ne sono lontane), nel rispetto dei suoi valori, della sua lunga storia e della sua natura: Forse queste persone possono insegnarle varie cose. Sicuramente l’educazione e la tolleranza. Pomonte, 4 gennaio 2006


pomonte dal mare panorama

pomonte dal mare panorama