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Lettera aperta sulla legalità al Sindaco di Portoferraio (e due richieste)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 04 gennaio 2006

Caro Sindaco di Portoferraio Inizio a stendere questo articolo alle ore quindici del tre gennaio quando ancora le istituzioni elbane, forse impigrite dai festosi fasti, si fanno notare per il loro assordante silenzio su due fatti di estrema gravità che sono accaduti nel tuo comune e nella tua isola. E' vero tu hai concesso un'intervista, laddove però la situazione esigeva, a mio parere, che tu convocassi una conferenza stampa. In settandadue ore, infatti, a cavallo del 2005 e del 2006 si è saputo della confisca di proprietà immobiliari "elbane" appartenenti ad un signore in pesante odor di 'ndrangheta, ospite delle patrie galere, ed un fuoco di stampo mafioso (nei metodi e nella esecuzione almeno) ha tentato (riuscendoci in parte) di massacrare un'azienda costruita con anni di sacrificio da alcuni tuoi concittadini. In questo lasso di tempo sul fronte delle pubbliche istituzioni, hanno parlato di legalità solo Maria Grazia Mazzei (meno male che c'è) della C.M. con l'intervento pubblicato in questo numero di Elbareport, ed il Presidente del Consiglio Provinciale Franchini, le cui un po' troppo tranquillizzanti "esternazioni" sono forse uscite nel momento più sbagliato, dato che non ci pare proprio il caso di cantare "Tout va très bien Madame la Marquise". Sai caro Sindaco, papale papale, non mi siete piaciuti tu e i tuoi colleghi amministratori elbani. Proprio in un'occasione in cui dovevate aprire bocca siete rimasti silenti come pesci. Ma poiché tu sei il mio Sindaco (quello che ho votato e sostenuto) ti chiedo da elettore di compiere non un passo ma due. Il primo è ovviamente un intervento pubblico sulla vicenda della STEE che vada oltre la rituale condanna e la rituale solidarietà, ma che sia anche di sprone e appoggio alle Forze dell'Ordine perché esse abbiano dalla gente la collaborazione necessaria a giungere a soluzione dei casi e scovino i responsabili (altrimenti sarebbe il quarto incendio doloso di mezzi che rimane impunito in due anni), e che sia di monito ai cittadini ed agli imprenditori perchè isolino moralmente e praticamente, nel loro agire quotidiano, chi non ha carte più che verificabili di legalità. Il secondo è il coordinarti con i tuoi colleghi primi cittadini per conoscere l'ubicazione degli appartamenti confiscati all'Elba, e per chiederne la gestione, direttamente o attraverso gli altri strumenti previsti dalla legge. Sarebbe un bel segno vedere risolvere i problemi di qualcuno che abita nel ghetto degli Orti o di bisognosi di altri comuni di questa ricca ma talvolta poco solidale isola, usando patrimoni sottratti al crimine; sarebbe profondamente morale ed educativo.


portoferraio dal volterraio panorama

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