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Un Natale intimamente rivissuto con i veri "ultimi" della nostra isola

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 03 gennaio 2006

Sono le 11 del 30 dicembre e nel carcere di Porto Azzurro il Vescovo celebra la messa natalizia con il cappellano, don Giovanni. Sono presenti detenuti, operatori di polizia penitenziaria, il direttore del carcere, l’educatrice ed alcuni volontari. Il Natale è facile a comprendersi solo se lo consideriamo superficialmente: in verità rappresenta il rovesciamento dei nostri umani valori e criteri, manifestandoci una realtà “scandalosa”. Noi che tendiamo sempre a salire in alto, a diventare più ricchi, più potenti, con un più elevato ruolo sociale, ci troviamo di fronte il mistero di un Dio onnipotente e infinito che si fa piccolo, umile e povero. Il suo è un messaggio assurdo, incomprensibile alla nostra mentalità. Eppure così ci parla il Dio che si fa uomo per amore. “Se non vi farete piccoli…” Ma che vantaggio ci può venire a seguire questo Dio? Proviamo a guardare il bambino di Betlemme, quel Gesù piccolo umile e povero e vedremo che non è solo: ha una mamma, un padre, tanti amici, umili e potenti, pastori e magi, e ha la natura per amica: nel cielo risplende la cometa, lo riscaldano un bue e un asinello. Angeliche voci armoniose cantano la sua gloria per gli uomini di pace. E allora quel bambino ci consegna e ci trasmette una grande ricchezza, un patrimonio che non si estingue; lo contempliamo e ci rendiamo conto che quel che ha valore, anche per noi, sono le relazioni umane, la comunicazione con gli altri, la condivisione. Che cosa sono “io” se non c’è un “tu”? Cosa sono se non sono in rapporto con gli altri? Ed eccolo il legame d’amore, la condizione essenziale della nostra esistenza, più importante, più vera di ogni bene materiale. Monsignor Santucci ci suggerisce un esempio, una sorta di parabola. Proviamo, egli dice, a disegnare mentalmente un cerchio con la centro la parola “io”. Da questo cerchio facciamo partire diversi raggi con all’estremità scritto un nome, ad esempio babbo, maestro amico…. Quell’io centrale è quindi figlio, allievo, amico e tante altre cose. Se togliamo via i raggi resterebbe l’io solo solo, inutile, un nulla. Natale: Dio nasce in mezzo agli uomini per dare luce e speranza all’amore nascosto nei nostri cuori. Il canto di alcuni detenuti si innalza e commuove: “Tu scendi dalle stelle…”


nativita

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