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Controcopertina: Moderato sarà lei

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 01 gennaio 2006

Caro Sergio, lasciando da parte la incredibile polemica sulle dichiarazioni del Magistrato Pennisi e il giubilo che ha accompagnato la sua partenza per altri lidi, degli auguri di fine d’anno dell’On. Lucchesi mi ha colpito questa frase: “Quello che io vedo –tra le altre cause, ovviamente- è che il degrado va avanti di pari passo con la crisi che coinvolge la tradizionale anima “moderata” dell’Elba, la sua Storia, la sua diversità, se vogliamo, la sua specificità. Si potrà rivoltare la frittata come si vuole ma nel collasso della classe dirigente “moderata” che aveva fatto forte, pulita, rispettata, la nostra Isola, e ne aveva determinato le condizioni di uno splendido quanto per molti inaspettato sviluppo, si sono sviluppati germi difficili da estirpare, i giovani si sono sempre più allontanati dalla politica percepita come una cosa “sporca”, la classe dirigente è divenuta asfittica ed autoreferenziale”. Sinceramente, questa età dell’oro e dell’etica della politica elbana non me la ricordo. Anzi, la situazione odierna mi sembra un’eredità di quella politica. Certo, per anni ci siamo detti, ad ogni elezione comunale, che avevamo toccato il fondo, per poi scoprire che quel fondo era molle e lo stavamo scavando sempre di più. Ma se l’On. Lucchesi si guarda un po’ intorno – liberandosi dai comodi paraocchi ideologici e dalla nostalgia per la Dc che a volte ci prende, visto gli attuali epigoni - si accorgerà che tutti i protagonisti di destra e di sinistra, per non parlare del centro, di questa inguardabile “Elbopoli” sono moderati e molti hanno partecipato, da protagonisti o comprimari, proprio alle magnifiche sorti e progressive del pentapartito e del dominio dell’idea del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) anche all’Elba: escludere i non “moderati”. Naturalmente l’On. Lucchesi, per onor di firma e di coalizione, tende ad esclude dai “moderati” i Ds, ma ci vuole un bel coraggio: guardi Onorevole che in quest’isola la corsa al centro è lo sport preferito, guardi che tutte le Amministrazioni Comunali – salvo rare eccezioni - sono un bel cacciucco di “moderati”, guardi che i DS hanno un solo Sindaco e che la Sinistra Ds e Rifondazione sono presenti in Giunta in due soli Comuni e all’opposizione in uno o due. Guardi che i Verdi partecipano ad una sola Giunta, e non sono presenti in nessun altro Consiglio Comunale. Guardi che quando si fanno le liste in quest’isola si infila dentro solo “l’anima moderata” dell’una e dell’altra parte e si tengono religiosamente fuori gli “smoderati”. Forse è proprio questo il problema: troppi giocano a fare i moderati e pensano che la miglior virtù per esserlo è la cedevolezza ai progetti luccicanti dei marpioni che vengono da fuori. Non è che questo assolva la nostra classe politica, anzi… Ma sono anche “moderati” i Fiorani, gli Gnutti, i Consorte, i Ricucci e sono tutti “moderati” i politici loro amici e sodali. Aborrono gli estremisti, indossano giacca e cravatta firmate e frequentano il bel mondo e vescovi e parrocchie di diverso colore. Sono la classe dirigente che ci dà quotidiani consigli sul come vivere moderatamente investendo in nostri soldi in moderatissime banche e in bond argentini e azioni della Parmalat. Fra di loro nessuno è stato al G8 di Genova – almeno dalla parte dove si prendevano le legnate – o fra la gente della Val Susa che si oppone ad un moderatissimo treno veloce che non porterà passeggeri ma farà arrivare un’ora prima un sacro frigorifero da Lione a Torino. Sono quei moderati che magnificano le decine di miliardi di euro da sputtanare in TAV e Ponte sullo stretto e intanto lasciano scivolare in mare mezza Italia perchè nessuno affronta un dissesto idrogeologico, che è la più grande opera pubblica di cui avrebbe necessità il nostro paese. Ma tutto fatto con “moderazione”, fino all’”estremismo moderato” di un Presidente del Consiglio che si è permesso di fare, dire e commettere di tutto, nascosto dietro il sua chirurgo estetico e la cravatta a pallini. Forse l’On. Pino Lucchesi ed un po’ di elbani di sinistra farebbero bene a leggersi questo appello al voto per le primarie di Milano: “Se cercate un moderato state attenti a votare per me, perché con me si rischia! Ma veramente volete un Sindaco moderato? Il moderato è forte con i deboli e debole con i forti. Il moderato finge di risolvere i problemi senza affrontarli. Il moderato chiude un occhio sulle speculazioni edilizie. Il moderato caccia gli inquilini dalle case in centro e poi le rivende ai magnati della speculazione. Il moderato trasforma in ghetto la periferia. Il moderato accetta una scuola per i ricchi e una per i poveri. Il moderato lascia intristire la città, e applaude i grattacieli. Il moderato teme di dispiacere ai cittadini che contano e non concede la parola a quelli che non hanno voce. Il moderato non cambierà mai nulla. Il moderato non risolverà i problemi dell’inquinamento di Milano, non salverà i polmoni da settantenni dei bambini di 5 anni. Il moderato non vi libererà dal traffico, dal milione di automobili spernacchianti che hanno trasformato la città in una camera a gas. Oggi sembra che non essere moderati sia un difetto o un delitto; oppure che sia un privilegio solo dei giovani. Ma ci vogliono tanti anni… per diventare veramente giovani! Milano, se la mia musica è troppo forte, allora vuol dire che stai diventando troppo vecchia. Nessun moderato ha mai fatto la storia, e nessun moderato ha mai preso un Nobel. Io non sono un moderato! Sarò un sindaco che rischia. Perché credo che il rischio del cambiamento sia l’unica risposta corretta per chi investe il suo voto in un progetto per Milano. Se votate per me rischiate molto… rischiate persino di trovarvi finalmente a vivere in una città migliore!” E’ l’appello di Dario Fo, intitolato: Milano non aver paura, io non sono moderato! So che Fo probabilmente non vincerà, vinceranno anche a Milano nuovamente i “moderati” – non importa di quale sponda -, sarà un’altra occasione persa. Ma poi non ci raccontino che in Italia e all’Elba le cose vanno male perché c’è stato il collasso della classe politica moderata.


Dario fo e Franca Rame

Dario fo e Franca Rame