Dunque il 2005 potrebbe regalarci ancora una soddisfazione: dopo quella (magra) di aver visto in faccia un bischero che appiccava gli incendi, quella un poco più sostanziosa di sapere chi ce lo mandava. Intendiamoci non c'è alcuna morbosità nella nostra curiosità di scoprire quali tra i nostri concittadini sono accusati (solo accusati è bene ricordarlo) di aver provocato volutamente i roghi. Non ci ispira un giustizialismo di maniera, né sete di vendetta; anzi troviamo orrendo il luogo comune: "..ci sarebbe da farceli bruciare nel foco" che abbiamo sentito praticare infinite volte, perché nessun crimine, neppure il più odioso giustificherebbe tanto. Siamo curiosi di giungere a certezza giuridica del sapere chi sono soprattutto per capire. Vorremmo capire intanto che tipo di interesse ha mosso la distruzione e nel caso che, come temiamo, l'interesse fosse, per così dire, puramente "ideologico", come si può giungere a praticare una "ideologia" talmente aberrante. Abbiamo, tutti, necessità di capire attraverso quali percorsi personali, per quali versi e vicende si matura tanto egoismo, tanto odio verso i propri simili, tanto disprezzo per la vita. Ne abbiamo bisogno perché tutti siamo chiamati dalla vita ad educare, a testimoniare, a trasmettere valori. Dobbiamo come comunità isolana curare molto questo fronte della legalità, evitando di fornire combustibile umano, smettendola di produrre incendiari, siano essi dei balordi al limite della consapevolezza delle loro azioni, o dei lucidi praticanti del crimine. Non è impossibile, si può crescere in consapevolezza come cittadinanza, si può (come ci ricordava un Magistrato) puntare più in alto, si può fare.
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