La storia dell'isola d'Elba attraverso la vite e il vino. A presentare la viticoltura eroica che con caparbietà ha modellato l'ambiente insulare, rispettandolo sono Barbara Mengozzi e Stefania Capponi che, nel libro edito da Ali&no editrice con il patrocinio della Comunità Montana dell'Elba e Capraia, hanno delineato la realtà enologica elbana che, con terrazzamenti nei terreni che guardano a Sud, produce dieci vini Doc nonché moscato e grandi passiti, tra i quali l'Aleatico che, dicono le autrici, “stanno incontrando un crescente apprezzamento tra gli enoappassionati”. Un percorso elbano è stato inserito nella “Strada del vino Costa degli Etruschi” ma storica è la fama in campo enologico della più grande e popolata realtà dell'arcipelago toscano, descritta come Insula vini ferax (isola feconda di vino) già da Plinio il Vecchio. Gli etruschi, la corte dei Medici fino a Napoleone Bonaparte, tutti hanno scommesso e creduto su questi terrazzamenti propizi a Bacco. Ma quel che è notevole, evidenziano Mengozzi e Capponi, è l'attuale “risveglio d'interesse dell'aziende che stanno investendo, con grandi, risultati, sul reimpianto di vigneti all'Elba con iniziative di impianto vigne anche nelle isole Capraia e Pianosa dove c'è una della cantine più antiche della Toscana”. Dal 2001 ad oggi, secondo il Censimento dell'agricoltura, la superficie vitata nell'isola è tornata a crescere sfiorando i 150 ettari “con un progressivo aumento dei vigneti iscritti all'Albo di circa il 10%” dice il presidente del Consorzio vini dell'Elba Massimo Fioretti - che segna un rinascimento dei vini elbani, trainato in particolare da una dozzina di aziende specializzate che si contrappongono all'altra faccia della viticoltura isolana, fatta di 330 piccolissimi produttori, il cui vino sfuso è destinato all'autoconsumo.
vigna vallebuia