Un anno che se ne va, un altro che sta per arrivare. E’ tempo di bilanci, anche per la Comunità Montana: cos’era, cos’è, cosa potrebbe essere. Se alla fine dell’estate del 2004 qualcuno avesse avuto l’idea di fare un sondaggio fra gli elbani chiedendo loro un giudizio su questo ente, molti sicuramente avrebbero risposto di non sapere cosa fosse, altri l’avrebbero ricordato per il “fasti” di Montecarlo, altri ancora per le bollette dell’acqua. Nel migliore dei casi, dunque, un ente pressoché inutile, nel peggiore addirittura negativo e dannoso. La prima cosa da fare, quindi, era ricostruirne l’immagine, con l’identità e il ruolo che gli competono nell’ambito delle funzioni previste dal nuovo ordinamento degli enti locali. Il centrosinistra, pur con una maggioranza esigua ma forte di un ampio consenso popolare, si è assunto la responsabilità di questo compito con la consapevolezza delle precarie condizioni strutturali e delle enormi difficoltà ereditate dalla precedenti amministrazioni. Oggi, a distanza di poco più di un anno, credo si possa dire che diversi obiettivi siano stati raggiunti o avviati a soluzione. Innanzitutto la visibilità di una tenace e coerente azione unitaria, riconosciuta dai Comuni, condivisa e sostenuta dalla Provincia e dalla Regione, apprezzata dai cittadini, dalle associazioni di categoria e da ampi settori produttivi, sociali e culturali dell’isola. Da qui la decisione di estendere la competenza territoriale a tutte le isole dell’Arcipelago, Giglio e Gorgonia comprese, per una politica di scambio più efficace e aperta a inedite e stimolanti prospettive di un nuovo tipo di sviluppo. E poi, nel merito, i complessi problemi di natura comprensoriale che vanno dalla depurazione delle acque alle spiagge, dai piani urbanistici alla mobilità, dalla formazione ai servizi sociali, dal paesaggio alla salute, dall’energia ai rifiuti. Su ciascuno di essi la Comunità Montana ha da dire la sua. Non solo, quindi, le competenze tradizionali quali forestazione, agricoltura e difesa del suolo, da curare di più e meglio, ma anche tutto ciò che deve e può essere unito nell’interesse e a favore di chi abita su queste isole. Quando siamo stati capaci di unire le forze alcuni risultati, abbastanza importanti, sono venuti. Lo sportello unico per le attività produttive, per esempio, da anni invocato e atteso sta divenendo una realtà, con significativi vantaggi per le imprese e la pubblica amministrazione.. Abbiamo contribuito a salvare l’aeroporto, difeso e garantito servizi quali il catasto e la sede del tribunale, impedito la svendita del patrimonio minerario, compiuto atti concreti per la realizzazione del canile. Per la prima volta, in attuazione della legge regionale, si è dato vita ad una decina di gestioni associate intercomunali, necessarie ad ottimizzare i servizi e a liberare risorse umane e finanziarie. Ci siamo fatti carico di rilanciare la conferenza sugli orari dei collegamenti marittimi e per una integrazione tra i diversi mezzi di trasporto, respingendo con forza, e la questione è ancora aperta, ogni tentativo di ridimensionamento della società pubblica. Stiamo apprestando, con il contributo di Provincia e Regione, un piano di fattibilità per il collegamento permanente fra le isole dell’Arcipelago. Abbiamo detto no alla tassa d’imbarco, al tentativo di speculazione sui fari, alla privatizzazione delle coste e degli arenili. Il protocollo d’intesa fra i Comuni e l’Esa, pur con ancora residue difficoltà, è un fatto di grande rilievo che può finalmente avviare un processo virtuoso per la realizzazione del ciclo integrale dei rifiuti, così come straordinarie prospettive di impegno unitario scaturiscono dall’accordo per il piano strutturale unico sottoscritto alcuni mesi or sono. Determinante è stato il lavoro di proposta e di coordinamento per la definizione degli indirizzi del Patto di sviluppo locale (Pasl), dove per la prima volta l’Elba è fortemente rappresentata a livello politico e progettuale. Il passaggio del servizio idrico al gestore unico, l’attività intrapresa da Agenda 21 locale su temi importanti fra cui il mare, le coste e l’energia, l’attenzione particolare dedicata all’Isola di Capraia, le nuove deleghe in campo sociale, i progetti avviati o in corso di realizzazione per il museo del granito, il recupero e la valorizzazione dei castagneti, la pista di atletica, il frantoio, il piano di bonifica per la regimazione delle acque e la difesa del suolo, i progetti europei (Interreg) sugli itinerari dell’identità (L’Altra Isola) e sulla certificazione ambientale (Emasmed) e, infine, l’approvazione di un documento essenziale quale è il Piano di Sviluppo Socio Economico (Psse) con oltre 150 schede progettuali scaturite dal confronto con un ampio ventaglio di soggetti pubblici e privati, dimostrano quale potenziale capacità d’iniziativa può dispiegarsi da questa Comunità Montana. Non più un ectoplasma sconosciuto ed evanescente, ma organismo vivo e vitale, indispensabile per una effettiva politica di aggregazione istituzionale, una prima forma embrionale di quello che in futuro potrebbe essere e divenire il Comune dell’Isola d’Elba, capoluogo dell’Arcipelago Toscano, l’utopia di pochi che può trasformarsi in realtà. Auguri a tutti di un anno sereno.
alessi mazzei comunità montana