Alla ricerca di una conferma di quello che sosteneva un grande storico dell’arte come Ernst H. Gombrich “Non esiste in realtà una cosa chiamata arte, esistono solo gli artisti”, l’Associazione “Punto di fuga”, appena costituita, si presenta con una piccola, ma significativa, iniziativa: la mostra "adotta un pittore". L’Associazione, senza scopo di lucro, ha per scopo il promuovere l’arte, e fare arte, all’Elba, in tutte le sue espressioni, in modo particolare la pittura. Per questo, con la cortese e simpatica collaborazione dei commercianti del centro di Portoferraio, i pittori che vi aderiscono espongono in luoghi inusuali i loro quadri, per avvicinare chi solitamente non si accosta a quel mondo ricco e stimolante, dove si condivide e si comunica con un linguaggio non vistoso, ma eloquente ed infinitamente emozionante; un mondo che sa affascinare e sorprendere, quando si è disposti a guardarlo ed a sentirlo, un linguaggio discreto, per trasmettere un andare, spesso, contro corrente, per recuperare gli spazi del sentire, in un’epoca tanto rumorosa. Questo gruppo di pittori, c’è anche chi è alla prima uscita, ha dato vita a questa rassegna artistica dal 23 dicembre al 9 gennaio, nella quale, in fondo, si chiede solo uno spazio per dialogare, per affermare la necessità di spazi più idonei, dove accogliere chiunque voglia condividere, apprendere od insegnare, per abbattere le barriere che isolano, per cercare un confronto ed un dialogo anche con le istituzione. Con queste ultime il dialogo non è sempre facile da stabilire, soprattutto per i singoli, che allora si sono messi insieme, tra difficoltà ed entusiasmi, in una associazione, dove hanno messo in rilievo i diversi punti di vista dell’essere artista: di chi crede nello scambio come ricchezza ed accrescimento, di chi vive il momento artistico ed espositivo, non come fatto assolutamente personale, ma estendibile. Associazione nata con lo scopo di presentare diverse tecniche e stili, diverse personalità, insieme, oltre i rapporti personali, nonché artistici, dove confrontarsi e scontrarsi, vivere le diversità di tecnica e di espressione, organizzare mostre vivendole come momenti di avvicinamento, con la certezza che possano produrre uno sviluppo positivo ed una ricerca fertile e proficua, nella quale però non chiudersi, per uscire, perché solo le tele in mostra permettono di conoscere la affascinante ricerca del linguaggio dei colori, non in singole iniziative, spesso ignorate, ma insieme, anche per valorizzare spazi che solitamente non vengono utilizzati per eventi e mostre.
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