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Il Regolamento Urbanistico di Rio nell'Elba non convince Legambiente

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 27 dicembre 2005

LA ZPS NON C’E’. NO ALLA CEMENTIFICAZIONE DELLA PIANA. CHE FINE HA FATTO IL PIANO STRUTTURALE UNICO? Nelle osservazioni alla nuova Variante al Regolamento Urbanistico di Rio nell’Elba, LEGAMBIENTE ricorda che il Piano Strutturale “recepisce gran parte delle scelte dei precedenti Strumenti Urbanistici e prevede: 51.470 mc. di Edilizia residenziale, 70.440 mc. di Edilizia commerciale e produttiva, 104.850 mc. di Edilizia turistica e ricettiva, per un totale di 226.760 mc. che fanno di Rio nell’Elba il Comune con la maggiore previsione di nuovi mc. per abitante dell’intera Isola, in presenza di una diminuzione della popolazione residente dai 1.601 abitanti del 1951 ai 954 del 2001”. VARIANTI E PIANO STRUTTURALE UNICO Le continue varianti vanificano gli indirizzi del P.S. e dello stesso del R.U,, aprendo ad una sorta di edilizia “adattata”, contrastano con il “Protocollo d’Intesa per la redazione degli strumenti di Governo del Territorio dell’Isola d’Elba” sottoscritto da Regione Toscana, Provincia di Livorno e 7 Comuni, creando situazioni di cui il cosiddetto “Piano Strutturale Unico” dovrà prendere necessariamente atto, vanificando così la concertazione ed armonizzazione tra gli strumenti urbanistici dei Comuni elbani. “Così – scrive LEGAMBIENTE - l'idea (ottima di per sé) d'integrare i piani strutturali dei comuni dell’Isola d’Elba, rischia di far divenire questo strumento concertato e intercomunale come la classica foglia di fico”. Per questo si chiede alla Regione “un più attento monitoraggio dell’iter del Protocollo d’intesa e dell’applicazione della stessa legge regionale 1 del 2005, una legge quadro che dovrebbe disciplinare il governo del territorio e impedire la lesione del principio dell’interesse collettivo”. MANCANO ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE E VALUTAZIONE DI INCIDENZA La Variante non riporta la Zona di Protezione Speciale, di “Monte Capannello – Cima del Monte” - 653,15 ha - già Sito di Interesse Regionale - classificato con urgenza ZPS da Ministero dell’Ambiente e Regione per non incorrere nella procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per insufficiente copertura delle Important Bird Areas (IBA), che interessano tutto il territorio dell’Elba e dove, anche se non designate come ZPS, sono comunque applicate le misure di tutela previste dalla Direttiva "Uccelli". Ma nella Variante non è nemmeno richiamata la ZPS di “Cerboli – Palmaiola”, con protezioni ed obblighi che rafforzerebbero le intenzioni dell’Amministrazione Comunale di vanificare ogni intento speculativo sull’isolotto. Quindi, è necessaria la Valutazione di Incidenza sugli effetti su habitat e specie ed il Comune di Rio Elba deve definire nella Variante la nuova situazione verificatasi con la realizzazione delle Z.P.S., nel rispetto delle misure di conservazione adottate dalla Regione Toscana e sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale. SCHEDE BIANCHE E CAPANNO DA RESTAURARE Nelle 384 schede della “CLASSIFICAZIONE elenco immobili sottoposti a particolari disposizioni ai fini della tutela, del recupero e del riuso, individuazione interventi ammessi e definizione degli interventi” per alcune non esiste nessuna definizione della natura degli immobili e degli interventi previsti. In una delle schede è previsto il restauro r.c.”. per un “capanno” , il Cigno verde fa notare che se si tratta di appostamento fisso di caccia non è possibile effettuare restauri in strutture provvisorie che debbono rinnovare annualmente l’autorizzazione e che se non più utilizzati devono essere immediatamente smantellati. Anzi, gli ambientalisti invitano Comune, Provincia e Parco a rimuovere i capanni da caccia abbandonati. ENERGIE RINNOVABILI Rio Elba ha dimostrato particolare sensibilità per progetti sulle energie rinnovabili, ma la Variante perde l’occasione di richiamare la L.R. n. 39/24.02.2005 Disposizioni in materia di ed ai relativi obblighi ed incentivi per la realizzazione di impianti di risparmio energetico e di utilizzo delle energie rinnovabili, che semplifica le procedure - Dia non richiesta per gli impianti di piccola scala, sufficiente per gli impianti medi - per nuove costruzioni e ristrutturazioni e l’obbligo della certificazione energetica degli edifici. PADERETERNO E PARCHEGGI Piace il giudizio non positivo sulla massiccia urbanizzazione del Padreterno, “una ferita paesaggista ed ambientale notevole, con la realizzazione di un nuovo paese "privato" che rappresenta un "corpo estraneo" al centro storico di Rio Elba e che creato problemi di impermeabilizzazione dei terreni e notevoli sbancamenti della collina”, ma non si capisce perchè la Variante ritenga "obsoleto lo standard di 2,5 mq per abitante di parcheggi pubblici" e necessario "integrare questo minimo di legge", fino a "9,5 mq, cioè nel complesso 5040 mq". Per LEGAMBIENTE occorre garantire servizi e verde pubblico ma un attento all’uso delle risorse “dovrebbe puntare a disincentivare al massimo l'arrivo di ulteriori auto - che al contrario vengono attratte dalla possibilità di altri parcheggi - riducendo l'impermeabilizzazione dei terreni, il consumo di territorio e l'impatto ambientale e paesaggistico indotto, dimensionando al minimo necessario i parcheggi per le auto dei 560 abitanti virtuali che popolano il Padreterno solo per un limitatissimo periodo dell'anno. Il rischio è quello di scaricare sull'intera comunità gli oneri di una scelta del passato che si è rivelata sbagliata e le esigenze temporanee di un "villaggio turistico". Per questo chiede “una ricognizione accurata sugli eventuali usi impropri a cui possono essere stati destinati vani già realizzati come garage delle abitazioni e delle seconde case già esistenti”. AGRICOLTURA, AMPLIAMENTI E ABUSI Lodevole l’intento di favorire l’agricoltura anche con un grosso intervento di recupero. Ma il Cigno Verde chiede “se gli ampliamenti ed accorpamenti previsti riguarderanno e comprenderanno anche le costruzioni in località La Chiusa e zone limitrofe oggetto di accertati abusi e le opere viarie e di modifica del territorio oggetto negli anni e nei mesi scorsi di altre segnalazioni di LEGAMBIENTE, di Cittadini e del Gruppo Consiliare di opposizione” ed invita il Comune ad una ricognizione accurata degli eventuali abusi e manomissioni territoriali avvenuti, legando la Variante alla reale valorizzazione delle risorse e delle attività agricole ed escludendo qualsiasi possibilità di ampliamento, accorpamento e valorizzazione di immobili con opere abusive, condoni e sanatorie, evitando ogni “regalo” a chi ha violato le normative urbanistiche. Per le possibilità di costruzioni ed ampliamento di immobili legato all’esercizio di attività agricole anche non “professionali”, si chiede che siano consentiti solo con l’obbligo di un congruo tempo di effettivo esercizio dell’agricoltura, altrimenti si rischia il fiorire di piccole ed estemporanee attività agricole che vengono abbandonate non appena realizzati costruzioni ed ampliamenti L’ALBERGO DI GRASSERA Per la strutture alberghiere e ricettive esistenti, si invita l'Amministrazione Comunale a recepire il Progetto ecoalberghi del Piano del Parco e fanno presente una contrazione del mercato e dei periodi di presenza turistica e che l’Associazione Albergatori è perciò contraria alla realizzazione di altri alberghi. Gli ambientalisti non apprezzano molto la previsione di costruire a Grassera-S. Caterina 1.200 mq da destinare a albergo e/o albergo residenziale per 80 posti letto, con l’obbligo di realizzare una struttura di ristorazione, in un’area di grande valore paesaggistico, storico e ambientale. Le massicce previsioni di strutture turistico ricettive presenti e previste nei comuni limitrofi e l’abnorme numero di seconde case - 1.612 nel censimento 2001 con una crescita del 439,13% rispetto al 1971 - che assorbono la gran parte della domanda turistica di Rio Elba:, dovrebbero portare alla valorizzazione di qualità dell’esistente attraverso un turismo diffuso, per questo occorre rivedere la previsione, diminuendo al massimo l’impatto ambientale e paesaggistico, e destinandola eventualmente a sola struttura alberghiera dimensionata alle necessità dei reali flussi turistici. PEGGIO DELLA MENARINI Non piace la decisione di urbanizzare la zona di San Giuseppe con costruzione-completamento di lotti minimi di 1.200 mq con altezza massima di 7,5 m. per la produzione di beni e servizi, in un’area già stressata da massicce realizzazioni, anche recenti. La Variante conferma la scelta dell’occupazione delle piane e della cementificazione ed impermeabilizzazione di delicate zone con acque superficiali e, aggiunto a quanto previsto da Rio Marina, prefigura la completa occupazione della valle fino mare, con la creazione di una indistinta periferia urbana che niente ha a che fare con il tessuto urbanistico e l’evoluzione dei centri storici. Alla fine si otterrà così – ma con minore occupazione e con più consumo di territorio – il medesimo impatto ambientale e paesaggistico che si paventava con la proposta di costruzione della fabbrica Menarini. Sarebbe necessario un ripensamento, destinando l’area ad attività agricole e di conoscenza storica ed ambientale e ricercando, in accordo con il Comune confinante, una diversa collocazione alla espansione artigianale e commerciale all’interno del già citato “Protocollo d’Intesa per la redazione degli strumenti di Governo del Territorio dell’Isola d’Elba”. (NDR il testo integrale delle osservazioni è pubblicato nella sezione "approfondimento")


rio lavatoi gentini

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Rio Elba panorama dall'alto

Rio Elba panorama dall'alto

Rio elba Laterale

Rio elba Laterale