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Controcopertina - Parchi: 2006 anno della biodiversità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 21 dicembre 2005

Il convegno nazionale di Federparchi sulla biodiversità ha mostrato, attraverso una ricca partecipazione di studiosi, operatori, e amministratori, l’interesse e le aspettative che ci sono nei confronti di un tema come la conservazione e tutela della biodiversità, il ruolo che le aree protette svolgeranno in relazione al Countdown 2010, ed ha tracciato le linee programmatiche da sviluppare per un’azione quanto mai efficace e che coinvolga sempre più i parchi, il mondo della ricerca e le stesse popolazioni interessate. L’incontro ha anche dato un contributo importante sul piano degli studi che sono stati presentati sulla conservazione di alcune specie animali e naturali in ambienti particolarmente soggetti ad aggressioni di varia natura. “Le aree protette – ha detto Giuseppe Rossi, direttore di Federparchi nella presentazione – hanno il ruolo di presidio strategico della biodiversità, perché organizzate e gestite in un’ottica di sistema, e da esse può avviarsi un processo positivo di tutela verso tutto il resto del territorio. Federparchi – ha sottolineato Rossi – sulla base delle iniziative del Countdown 2010, così come dei risultati di Bangkok, ha istituito al proprio interno un’apposita Commissione, coordinata da Giampiero Sammuri, che ha l’obiettivo di attivare collaborazioni tematiche, nel senso della ricerca e della divulgazione della biodiversità, con il maggior numero di parchi italiani interessati”. E Giampiero Sammuri, nell’intervento introduttivo, ha proprio evidenziato il valore delle aree protette come messaggio da proporre oltre che, come valore in sé. “I parchi – ha detto Sammuri – rappresentano un punto di partenza fondamentale soprattutto per la tutela di alcune specie. L’obiettivo da perseguire è la creazione, come Federparchi va dicendo da tempo, di un sistema di rete di aree protette che collabori e coordini studi e progetti. Anche l’Europa deve fare la sua parte, con politiche sulla biodiversità, dando strumenti finanziari specifici per poter investire nella conservazione. Le stesse direttive Habitat e Uccelli – afferma Sammuri - hanno bisogno di aggiornamenti più veloci rispetto alle dimensioni delle popolazioni di alcune specie. E in Italia, c’è necessità di un piano della biodiversità non svincolato dall’Europa, ma neanche slegato dai Paesi di tutto il Mediterraneo. Solo un piano aggiornato ci può aiutare ad arrivare al 2010 e agli obiettivi dell’IUCN”. Interessanti e molto approfonditi sono stati gli studi portati da Giovanni Amori, ricercatore del CNR, e da Marco Bologna, docente dell’Università Roma III. Anche i molti interventi che hanno caratterizzato la giornata hanno dato un contributo importante sia sul piano dei programmi sia come esperienze particolari dei parchi nel campo della tutela della biodiversità. E uno stimolo ad azioni e attività di progettazione su reintroduzioni e salvaguardia di ambienti e specie naturali e animali a rischio di estinzione è venuto dalle associazioni ambientaliste e dagli esperti presenti. “C’è la necessità di uno sforzo per raggiungere alcuni obiettivi indispensabili – afferma Matteo Fusilli, presidente di Federparchi nella relazione conclusiva. Prima di tutto bisogna far diventare la biodiversità parte integrante delle politiche di questo Paese. Inoltre è urgente rendere popolare il tema della salvaguardia e della conservazione. Dobbiamo trovare gli strumenti adatti – dice Fusilli – e cogliere l’occasione del Countdown 2010 per il quale l’Italia si è impegnata a raggiungere gli obiettivi di conservazione del patrimonio naturale e di azione contro la perdita di biodiversità. A questo riguardo, come segretariato italiano dell’IUCN, abbiamo chiesto di coordinare la piattaforma italiana per predisporre un ampio programma di iniziative. Ma per fare ciò e ottenere dei risultati qualificanti – evidenzia il presidente di Federparchi – bisogna affrontare alcune problematiche che ci frenano. Per esempio, è necessaria la divulgazione scientifica sulla quale i Parchi hanno fatto tanto. C’è un problema di formazione e di qualificazione. E c’è la questione del coinvolgimento pieno di altri soggetti, come per esempio gli agricoltori, per i quali oggi c’è un interesse specifico ad interagire nell’azione per la conservazione, gli imprenditori, i sindacati. O si crea questo movimento oppure la biodiversità rimarrà nel ristretto ambito degli addetti ai lavori, ovvero gli ambientalisti. Il 2006 – annuncia Fusilli – vedrà Federparchi impegnata in un ampio programma sui temi della biodiversità: dopo la costruzione del consenso, apriamo una nuova fase di promozione e di comunicazione su questa tematica coinvolgendo tutti i parchi italiani”.


Torre di S.Giovanni  campo giorno

Torre di S.Giovanni campo giorno