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A Sciambere del Vespasiano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 20 dicembre 2005

Facendoci forza e assumendo una compressa di Plasil per vincere la nausea abbiamo assistito al "one man show" del presidente del consiglio nel vespasiano di rai 1 dal primo all'ultimo minuto. La incontenibile logorrea automagnificatoria di Berlusconi al quale Vespa si è opposto con la fierezza di uno scendiletto e l'autonomia di un sospensorio (o reggipalle) è stata interrotta per brevi tratti da Polito il direttore del Riformista (rappresentante della sinistra carina col baffetto a destra) da una brontolata di Feltri (in sintesi: "non hai depenalizzato i reati d'opinione ma le leggi che ti interessavano sì e di corsa"). Ci sono stati un paio di interventi di Angeletti della UIL che ha fatto rispettosamente notare che due terzi degli italiani sono più poveri e poche altre frattaglie di tempo che servivano solo come brevissime pause pause dalle quali il berluska ripartiva a testa bassa mitragliando di parole (e di presidenziali cazzate)un inebetito uditorio. Il repertorio del presidente era quello di sempre (in sintesi: io sono il più bello, il più intelligente e il più modesto del mondo, chi è contro di me è comunista) tutto insomma ha contribuito a confezionare una serata da cui non si poteva altro che uscire colti da una devastante noia, che però ha avuto due momenti di decisa rottura. E' accaduto quando in trasmissione è intervenuto un calmissimo (quasi serafico) Diego Della Valle che, tomo tomo cacchio cacchio, intervenendo sul caso Fazio e sulla situazione economica ha detto al Silvio qualcosa che altrimenti poteva dirsi: "O perchè racconti tutte codeste puttanate? Ma chi vuoi che ci creda?". Uno sberleffo al monarca, forse non previsto dal cerimoniale che ha indispettito tanto il presidente da fargli contestare all'interlocutore di fare "demagogia". Orbene dare di demagogo a uno come Della Valle è pertinente come dare di "putttanone" ad una monaca di clausura ma tutto è consentito a questo debordante personaggio: fare caricatura del pensiero di Gramsci (che sicuramente non ha letto) recare offese alle istituzioni come alla magistratura, essere senza limiti come i despoti, come i folli e come i giullari. In un passo è sicuramente mancato un verso ai catalettici interlocutori del vespasiano televisivo: quando al termine della solita tirata vittimista su chi lo ferisce con la satira ha chiesto: "Ditemi il nome di un comico che attacca l'opposizione!" "Silvio Berlusconi - ci sarebbe stato da rispondere - Emilio Fede spalla"


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