Torna indietro

A Rio Elba, ragionando sulla piccola pesca professionale dell'Arcipelago

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 18 dicembre 2005

La giornata di lavoro organizzata dal CeSIT ( Centro di Sviluppo Ittico Toscano) a Rio nell’Elba nella mattinata di mercoledì 14 ha visto la partecipazione dei principali soggetti imprenditoriali e istituzionali che indirizzano il mondo della pesca elbana: un unico grande assente, il Parco Nazionale dell’Arcipelago. Il dibattito, aperto e condotto dal Sindaco Catalina Schezzini, è stato interessante e produttivo: la relazione di Andrea Bartoli del CeSIT ha illustrato la situazione economica e commerciale della pesca elbana ed ha aperto una serie di prospettive che individuano il sistema pesca come un sistema complesso che non può prescindere da una organizzazione quantitativa e qualitativa del prodotto. E’ così di estrema importanza l’organizzazione di un polo di centralizzazione con i relativi servizi a terra e l’organizzazione del mercato annuale che utilizzi le riserve dei periodi più pescosi; è inoltre necessario pensare agli impianti di trasformazione e alla commercializzazione del pescato, alle prospettive della maricoltura, al pescaturismo e all’ittiturismo, il tutto nel rispetto e nella compatibilità delle varietà ittiche, della tutela delle acque marine e del territorio del parco. L’assenza del Parco si legge come un rifiuto alle prospettive del progetto: il PNAT oggi dispone di un’ampia estensione di mare, individuata precisamente solo intorno alle isole minori dell’arcipelago, ma nella prospettiva dell’istituzione dell’area marina protetta è indicato come il più probabile gestore dell’area stessa e questa assenza, questa mancata disponibilità alla collaborazione in un progetto che percorre le linee del programma regionale e che intende stipulare intese tra le Organizzazioni rappresentative delle imprese della pesca e dell’acquacoltura e le istituzioni, tra cui il PNAT stesso, questa assenza è un fatto grave. La discussione ha fatto emergere quanto sia indispensabile promuovere l’offerta di prodotti della pesca attraverso la creazione di un marchio che, selezionando sia i prodotti freschi che trasformati o potenzialmente trasformabili, dia valore aggiunto alle merci dell’Arcipelago. La pesca dell’isola d’Elba interviene spesso su risorse massive la cui trasformazione avviene in casa dei pescatori e i prodotti trasformati (tonno, sgombro, acciughe, zerri, ecc.) circolano come prodotti di nicchia tra appassionati e buongustai. Questo potenziale tecnico e culturale, non va disperso e rappresenta una risorsa importante per gli addetti: occorre quantificare e potenziare questa offerta creando i mezzi per attuare in modo coordinato e programmato quello che per ora è spontaneo. Fabrizio Antonini, assessore alle Attività Produttive della Comunità Montana, ha ribadito il forte interesse dell’Ente a promuovere progetti ed azioni che vadano nella direzione di diversificare l’economia elbana e ha dichiarato la necessità di integrare in questo ambito anche il Piano di Sviluppo Socio Economico. L’assessore all’Ambiente di Capoliveri Milena Briano ha presentato il progetto Pulizia dei Fondali che, con la collaborazione attiva di pescatori e subacquei (insieme all’Azienda di Promozione Turistica, ESA, associazioni ambientaliste, Capitaneria,…) potrà attuare nelle scuole un intervento socio culturale per valorizzare il mare come centro di attenzione di molteplici attività. Il Dott. Luigi Turio, amministratore della Cooperativa Pescatori ACLI PESCA in funzione da 50 anni circa, ora con sede a Campo nell’Elba, ha portato l’esperienza di un gruppo di 35 pescatori che hanno deciso di riunire le loro attività di piccola pesca per poter gestire in proprio la vendita del prodotto sul mercato e, ricercando possibili fonti di finanziamento, migliorare la loro produttività e individuare nuove prospettive imprenditoriali. Dopo l’intervento di Umberto Mazzantini per Legambiente che ha ricordato la mancanza di perimetrazione dei territori marini assegnati al PNAT e i problemi legati alla presenza nei nostri mari di troppi pescatori di frodo che, con bombole e senza, asportano grandi quantitativi di pesce che vendono abusivamente ai ristoranti, ha preso la parola il Direttore del Carcere di Porto Azzurro Dott. Carlo Mazzerbo che ha illustrato le esperienze di inserimento lavorativo messe in atto in altre realtà dell’arcipelago e della volontà di realizzare qui sull’Isola un impianto di acquacoltura che veda la partecipazione operativa degli ospiti della struttura carceraria e, usufruendo anche di possibili agevolazioni, le strutture imprenditoriali e la comunità elbana. Alla fine degli interventi è stato deciso unanimemente di darsi appuntamento per un tavolo tecnico dopo il periodo festivo e passare quindi immediatamente ad una fase di concreta programmazione. Alle 13,30 si è concluso degnamente con un pranzo a base di ottimo pesce azzurro offerto dal CeSIT ai partecipanti al convegno.


Pescatori Ponzesi

Pescatori Ponzesi