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La gatta e lo squalo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 18 dicembre 2005

Certo la vita ci ha fatti crescere, ci ha fatto fare esperienze portandoci a conoscerne altre, ci ha rapportati con altri individui, ci ha fatto vedere realtà diverse dalla nostra. E forse ci ha fatti migliorare, sensibilizzare, maturare pur essendo ognuno di noi perso nella propria esistenza con qualcosa da portare avanti: la famiglia, l’amore, il lavoro e quelle piccole cose che vanno custodite e non dimenticate perché ci ricordino sempre chi siamo. E il mondo che avanza con la sua tecnologia, ci ha messo a portata di mano nuovi servizi, nuovi interessi, nuove soluzioni talmente vicine a noi da renderci tutto più facile e accessibile. Forse in questa nuova era che ci spinge sempre più oltre, dovremmo talvolta fermarci e riflettere, riflettere in che modo possiamo rendere una migliore esistenza alle altre forme di vita proprio noi che abbiamo realizzato così tanto. Ma la non considerazione degli esseri viventi o meglio la totale assenza di un pensiero di minimo riguardo verso di essi, mi sorprende sempre e ogni giorno di più. Mi è capitato di sentire parlare di gatte in procinto di partorire che “devono” essere portate via, in un altro posto dell’isola chissà dove e perché. Forse vengono spostate da un luogo all’altro perché nessuno ha voglia di prendersene cura, nessuno ha voglia di sterilizzarle, così vengono tolte dal loro territorio per andare a fare la vita randagia da un’altra parte senza poter contare ancora una volta su un po’di cibo e una cuccia per ripararsi dal freddo. E nessuno dice niente. Non solo: chi fa “sparire” questi animali conta sempre sull’appoggio di qualcun altro che come lui non vuole ritrovarsi davanti a gli occhi una gatta con quattro gattini e l’incombenza che ne deriva, meglio quindi agire alla “chetichella” e togliere il problema subito, prima che si moltiplichi. Certo io sono un’animalista ma con questo non voglio dire che non rispetto, in egual misura gli esseri umani, anzi tutt’altro. E’ solo che detesto profondamente chi reagisce a questo spirito animalista con frasi spicciole e ridicole tipiche di chi proprio non solo non sa cosa dire, ma non ci pensa minimamente a spendere una sola buona parola a favore degli animali limitandosi così a pronunciare il discorsetto ottuso e ormai famoso “ma allora qua si rispetta più gli animali che i cristiani” definendosi cristiani proprio loro che forse non hanno ancora compreso il senso vero della cristianità o non sanno ancora quanto in realtà Gesù Cristo amasse tutte le creature terrestri. Pochi giorni fa ero a prendere un caffè in un bar di Pomonte sulle cui pareti spiccavano foto di pesca di vario genere. Meravigliata da una foto-trofeo nella quale c’era un ‘enorme squalo sugli scogli con sopra una bimbetta, il mio compagno chiede informazioni alla barista. Veniamo così informati che il grosso squalo era rimasto intrappolato nella rete, rompendola, che era innocuo e non commestibile e che era già morto quando era stato trovato dopo chissà quali sforzi per cercare di fuggire. Involontariamente mi viene da dire quasi fra me “povera bestia” e la barista, sentendomi, quasi un po’ offesa e arrogante mi propina subito la frasetta spicciola che ho citato poco prima aggiungendo il valore economico della rete strappata. E certo lo squalo l’ha fatta la sua infilandosi in quella rete distruggendola, ma in fin dei conti è a lui che gli è andata proprio male, mentre il pescatore avrà certo potuto continuare la sua attività, rammendare la sua rete, continuare la propria vita invecchiando serenamente nella propria casa e a ricordo di quella pescata “maledetta” pure una “bella” foto da mostrare a tutti quanti per esibire il trofeo. Mi rendo conto, che manca proprio la cultura della pietà, lo spazio mentale della sensibilità e del rispetto verso non solo le creature che soffrono ma anche verso chi si può dispiacere per loro. E’ la totale assenza di interesse e di sentimenti minori che mi fa riflettere e sperare che un giorno, noi esseri miseri e ignoranti d’animo riusciremo a liberarci del nostro piccolo modo egoista di vedere il mondo scoprendo quanta bellezza lasciamo scappare davanti ad i nostri occhi senza neanche poterla afferrare riuscendo forse così a non perderla per sempre. Ringrazio coloro che hanno apprezzato il mio precedente racconto e nessuno me ne voglia per aver voluto raccontare questa mia esperienza che se pur insignificante ho voluto ugualmente trasmettere a quanti condividono questi pensieri e a chi non li condivide per niente, spero abbia voglia di pensarci un po’ su.


squalo pesci mare

squalo pesci mare