Il cielo e il tratto di mare di fronte alla costa di Marciana Marina nella giornata di mercoledì sono stati investiti da effetti meteorologici spettacolari. Da un ammasso costante di nuvole scure partivano trombe marine che si creavano e scomparivano rapidamente, formando vortici di acqua e di vento trascinati per centinaia di metri in una lunga linea obliqua e sinuosa che dalla zona del porto si spostava verso Procchio. La tromba marina dal diametro più grande è stata avvistata intorno alle nove ed è stata quella che ha provocato i danni maggiori nella zona portuale. Venendo dalla zona di Sant’Andrea, si è infatti rotta quando ha toccato la terra ferma. Prima, però, ha scardinato le antenne della televisione dell’Ufficio Locale Marittimo che si trova sotto la torre e ha sollevato due barche all’interno del porto che poi sono affondate dopo essere state scaraventate in mare. Subito dopo la rottura del grande cono circolare, una forte folata di vento e una pioggerellina di salmastro è piovuta sulle case anche a molta distanza. Dopo lo scampato pericolo però, si sono susseguite ancora molte altre trombe marine sottili che non hanno destato preoccupazione. Alcune stavano come sospese per aria, altre partivano dal mare e poi si ricongiungevano alla massa compatta delle nuvole. La gente si è affollata nel punto panoramico della Crocetta cercando di documentare l’evento, ma anche dalle finestre si potevano vedere gli spruzzi del mulinello d’acqua che si innalzava per alcuni metri e poi si ricongiungeva al sottile cono bianco che usciva dalle nuvole nere. La memoria corre inevitabilmente all’agosto del 1979, quando un’enorme tromba marina molto più potente di queste, si avvicinò pericolosamente alla costa, per fortuna senza recare danni e scomparve lentamente come era venuta, verso l’Enfola. “E’ vento di Provenza” dice Angiolino, detto Capretto, che resta insieme a me ammirato a guardare il cielo minaccioso. Angiolino, ormai sulla soglia della pensione, ne sa tante, conosce i cicli della natura e le tradizioni locali meglio di chiunque altro. “Gli Scamosi l’avranno spezzata” mi dice tranquillo, e comincia a raccontare di una vecchia credenza dei pescatori marinesi detti “Scamosi” (da squame di pesce per distinguersi dai “marcianesi di su”, dediti invece all’agricoltura). Antichi riti superstiziosi e affascinanti, un misto di sacro e profano che vengono tramandati da generazioni e che servono per placare la furia della natura. Si tratta di gesti visibili e di frasi magiche che non si possono rivelare, tramandate dagli anziani ai giovani della stessa famiglia nella notte di San Giovanni. Per spezzare la tromba marina è necessario ripetere mentalmente le frasi segrete e contemporaneamente alzare le braccia al cielo incrociando un coltello e una forchetta, che ricorda il tridente di Nettuno, dio del mare, in modo da tagliarla in due. Benéfici sono anche i semi simili a delle spugne di una pianta che fiorisce tra la primavera e l’estate, le palle di San Giovanni, che vengono conservate e tirate fuori per avere protezione dai venti di cielo, di terra e di mare. Poi in paese arriva la conferma “L’hanno rotta! L’hanno rotta!”. Gli “Scamosi” del Cotone, gente di mare, anche questa volta hanno ripetuto il rito che si perde nella notte dei tempi ma che, assicurano, ha sempre funzionato e sempre funzionerà.
Marciana Marina Tromba 1 tetti
Marciana Marina Tromba 2 intera
Marciana Marina tromba 3 Mulinello
Marciana Marina Tromba 4 sul porto
marciana Marina Tromba 5 barca