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Finanziaria 2006 e "Presidenti" a vita dei Parchi Nazionali

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 06 dicembre 2005

Il 30 novembre scorso la maggioranza di Governo compatta ha approvato alla Camera in via definitiva il Decreto Legge collegato alla finanziaria 2006 titolato : “ Misure di contrasto all’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria “ ( Atto C6176 , vedi www.parlamento.it ) .E’ uno di quei Decreti omnibus in cui si tratta di tutto, dallo spillo al cannone, in un labirinto di articoli, commi , punti bis, ter…, che farebbero perdere la testa anche al più preparato “ azzeccagarbugli “. Ai commi 7 e 8 dell’Art. 11 quaterdecies , si leggono due provvedimenti che riguardano direttamente i Parchi Nazionali. Evidentemente le 700 pagine del Decreto delegato sull’ambiente varato due settimane fa non sono state sufficienti per intervenire sull’argomento, oppure in un minimale residuo di decenza si è preferito intervenire surrettiziamente, sperando che nel labirinto del Decreto collegato alla finanziaria i provvedimento potessero sfuggire . Il comma 7 , ci dice che i consulenti del Parco Nazionale d’Abruzzo possono essere assunti in forma stabile dall’ Ente. Al riguardo possiamo solo rilevare come con questo provvedimento, di dubbia legittimità, si apre la porta ad incredibili aspettative e conseguenti contenziosi in tutti i Parchi Nazionali dove, in questi ultimi anni si sono moltiplicate le figure di consulenti alle dipendenze di commissari o presidenti ministeriali. Ma sicuramente la perla è nel comma 8, che recita : “ Il comma 12 dell’Art.9 della Legge 394/91 È sostituito dal seguente : Gli Organi dell’Ente Parco durano in carica cinque anni “, eliminando ciò che di seguito prevedeva la Legge quadro , e cioè : “…ed i membri possono essere confermati una sola volta”. Un modo surrettizio per dire che presidenti degli Enti possono rimanere in carica a vita. Modello governatore della Banca d’ Italia tanto per intenderci. Viene da sorridere pensando a quanto dicevano pochi mesi fa autorevoli frequentatori del Ministero dell’Ambiente a proposito della carica a vita delle presidenze dei Parchi Nazionali. Ingenuamente pensavamo che le loro scandalizzate parole di condanna fossero il prodotto di una grossolana ignoranza della Legge o di una altrettanto grossolana menzogna propagandistica, ma evidentemente ci sbagliavamo. Erano i maldestri segnali di quello che stava bollendo nelle teste d’ovo ministeriali , organiche o inorganiche che siano. Se proprio il decreto omnibus doveva essere usato per rivedere, sulla base delle esperienze maturate, alcuni dettati della Legge 394/91 che interessano veramente le aree protette in generale e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano in particolare, questi avrebbero potuto riguardare disposizioni in grado di contrastare in modo efficace le devastanti presenze di cinghiali e mufloni , di amministrare in modo chiaro le aree marine protette, di nominare in modo autonomo i direttori , di individuare la sede del Parco anche al di fuori dei suoi confini purchè nei territori amministrati dai Comuni della Comunità, di acquisire la piena gestione delle Riserve dello Stato ( es. Montecristo ), e per finire , di concretizzare le azioni di tutela e valorizzazione di Pianosa, Capraia e ex-aree minerarie elbane già previste in protocolli a suo tempo firmati. Evidentemente l’esigenza di guadagnare clientele in vista delle prossime scadenze elettorali e di tentare di perpetrare oltre che con i consulenti , con i presidenti, i membri del consiglio , e chissà…i commissari, l’ occupazione “ manu militari “ e spesso illegittima dei Parchi Nazionali , ha fatto aggio sul Buon Governo e sulla stessa intelligenza delle persone, ivi compresi gli artefici diretti dei provvedimenti e le loro “ tre punte “ di attacco. Artefici e presumibili vittime, in un sano effetto boomerang, di quella riforma elettorale proporzionale, che seguendo una trita metafora calcistica, è stata imposta al Paese a tempi ormai scaduti. In altre parole , come tante volte e da tanti detto, un modo di operare proprio delle società in cui le regole vengono cambiate in funzione degli interessi e delle esigenze estemporanee del potente di turno. Un comportamento che nella cultura occidentale è proprio dei tempi antecedenti a quando i Lumi, richiamati dalla stessa Costituzione europea, quasi tre secoli fa enunciarono i principi fondanti di una moderna democrazia: Stato di diritto, laicità, dialogo e mediazione fra portatori di “ verità diverse” , rifiuto di imposizioni e sopraffazioni. Alcuni giorni fa Carlo Azelio Ciampi ci ha parlato di “ dignità “ . Romano Prodi, con alle spalle l’Allegoria del buono e del cattivo governo del Lorenzetti, ci ha detto di ” etica”, e Massimo D’Alema di ” cultura “. Due parole magiche con le quali l’ Ulivo ed il centrosinistra tutto si deve accingere ad “Unire l’Italia “, ridando al Paese quelle speranze e quella dignità che la Storia , la Carta Costituzionale ed il Presidente della Repubblica gli hanno dato e che settori sempre più ampi di cittadini ed istituzioni richiedono a grande voce . Anche le politiche dell’ambiente e dei Parchi Nazionali hanno bisogno di ritrovare : dignità, etica e cultura , uscendo da un’ avventura aziendalista che sempre di più mostra i suoi conflitti di interessi, le sue miopie e le sue inefficienze.


sentiero nel bosco

sentiero nel bosco

mola litorale

mola litorale

Ramo giallo bosco

Ramo giallo bosco