Egregio dottor Palombi, complimenti innanzitutto per la nuova dattilografa, che le ha lasciato solo qualche modesto refuso (lei di suo ci ha messo qualche lapsus, come quel meraviglioso arresto di “Castelli” che forse in molti vagheggiamo), e un paio di anacoluti (il sedere non c’entra niente, Assessore). Apprezziamo la sua presa di distanza dagli ideali e dalla prassi politica della Cdl nazionale: ma continuiamo a ritenere che i reati eventualmente commessi (e nei casi citati anche comprovati, seppure non definitivamente) siano comunque personali, e riguardino solo chi ne è autore, e dio solo sa se non avremmo voglia di vedere tutti i parlamentari della maggioranza dimettersi e andarsene a casa; ma i desideri intimi non sempre corrispondono alle regole della democrazia, e per questo ce li teniamo per noi, affidandoli semmai alla speranza nel popolo sovrano, o alle impietose leggi dell’anagrafe. Le riconosciamo il vantaggio della maggiore informazione sui fatti che lei esamina dal banco dell’opposizione, quindi da vicino. Ma anche da questa parte dell’isola è ben noto che le visite della Finanza datano da ben prima dell’era del Centrosinistracolpiedenelladestra, da quando cioè governava il non mai poco rimpianto Landi, padre dell’attuale e incolpevole (di essere figlio) suo collega nella minoranza campese; lo notiamo per dire che i Campesi non sono ahimè nuovi ai raid delle Forze dell’ordine. Che le vicende giudiziarie abbiano colpito da lungo tempo il Comune è, a quanto ci risulta (ci siamo un po’ informati, sa), vero solo in parte: la solerzia del suo partito nel far intervenire i grossi calibri livornesi e romani con reiterate denunce è ben nota; ma è altrettanto vero che degli avvisi di garanzia (neanche “molti” per la verità) uno solo si è tradotto in rinvio a giudizio, e riguardava il tecnico da lei ricordato. Gli attuali arresti non derivano da un rinvio a giudizio, ma dalla necessità di completamento delle indagini preliminari, che è cosa assai diversa. A condanna avvenuta e definitiva parleremo correttamente di “incapacità di rispettare le regole e quindi poca competenza”, e anche di malafede se sarà il caso. Ma non si può fare a meno di notare una contraddizione nel suo ragionamento: se già da tempo sono note le gravi pecche degli attuali amministratori campesi e del loro “deus ex machina”, perché il popolo (pure sistematicamente informato dalle minoranze) continua a votarli? Lei crede davvero che i Campesi vorrebbero una politica amministrativa diversa dalla attuale? I numeri dicono che potrebbero volere uomini diversi alla guida del Comune, anche se ci pare evidente che finora non li hanno trovati; ma temiamo che la musica non cambierebbe di tanto, e neanche in meglio, almeno per le cose che più ci stanno cuore come il territorio, che è il fondamento della nostra economia. Rispettiamo la sua esigenza morale di testimoniare il suo disagio di fronte al “disinteresse e rassegnazione che ha colpito l'intera isola negli ultimi anni, di fronte a scandali di ogni tipo”, e crediamo che il segno che lei intende mandare sia davvero forte: ma è una testimonianza di etica personale, non un ragionamento politico. Glielo diciamo per esperienza. Noi da molti lustri abbiamo lasciato il campo di battaglia della politica, e ci siamo rifugiati in una guerriglia verbale che non ci appaga ma serve a stare svegli e ci diverte. Se crede, si dovrebbe liberare presto un posto da Zorro (il precedente occupante si è dato al cinema), e potremmo introdurla nell’ambiente. Cordialmente
Primula Rossa Fiori Piante