Mi chiamo Patrizia e conosco da alcuni anni l’isola d’Elba ma solo da settembre, per motivi di lavoro del mio compagno, vi abito. In soli due mesi e un po’ per volta nel nostro giardino (abitiamo a Scaglieri) hanno cominciato ad affacciarsi dei gatti in contemporanea (guarda caso) con la chiusura del campeggio di Scaglieri. Si tratta di animali non randagi, abituati al contatto umano, piuttosto ben tenuti e socievoli anche se un po’ disorientati. Fra questi c’è una gattina, che già conoscevo perché veniva di sfuggita nel nostro giardino lo scorso maggio, che a fine ottobre mi ha portato attraverso un passaggio che divide il giardino dal suddetto campeggio, i suoi tre cuccioli di appena due mesi. Questa micetta molto intelligente conosce molto bene il campeggio dal quale è venuta e nel quale ha sicuramente partorito e che ha chiuso i battenti il 15 ottobre abbandonandola. Mi chiedo perché il proprietario del campeggio o chi abbia visto la gattina non abbia, se proprio non poteva portarle da mangiare, almeno chiesto a qualcuno della zona di occuparsene. Certo spesso si ha l’abitudine di pensare che il gatto comunque si “arrangia” e così la coscienza si spolvera da dubbi scomodi. Ora nel mio giardino ospito una colonia felina di sette gatti censita dall’ENPA (un cucciolo dei tre sono riuscita a regalarlo) che per il suo mantenimento mi stà dando una mano. Inoltre mi occupo personalmente di accudire un’altra colonia di nove gatti alla Biodola per la quale mi offre il suo sostegno,oltre che l’ENPA,la gentilissima signora Rita che mi rifornisce di scatolette ogni qualvolta ne rimango sprovvista. I gatti della colonia felina della Biodola non hanno delle cucce nelle quali ripararsi,ma vivono così:un po’ per la strada,un po’ nelle baracche di rimessa degli alberghi e un po’ attorno al chiosco dove mi aspettano tutte le mattine per mangiare.Chiunque abiti alla Biodola o frequenti anche solo di passaggio quella zona, sa che in fondo alla discesa e più precisamente alla rotonda ci sono i gatti ,ma nonostante questo due settimane fa ho trovato investito uno dei mici proprio nel punto dove abitualmente sostano.Il giorno stesso ho messo dei cartelli,ho fermato i camion che trasportano materiali di ristrutturazione degli alberghi avvertendo di andare più piano in prossimità della rotonda ma dopo un sorriso di comprensione,ho notato che a nessuno importa veramente.Non solo nessuno si è mai offerto di aiutare queste bestiole dando un misero aiuto di 2 scatolette al giorno (che diviso fra Casa Rosa,hotel Biodola, hotel Hermitage e quant’altri vi abitano sarebbe un contributo irrisorio ma così importante) ma mi rendo conto che non c’è la minima volontà,la minima pietà,il minimo sguardo compassionevole verso altre vite che tanto arricchiscono la nostra con i loro occhi. E le auto non rallentano,i camion non rallentano, e la vita non rallenta perché ad aprile ricomincia la nuova stagione turistica e le betoniere devono lavorare,devono girare macinando soldi nonostante i gatti,nonostante la loro fame che li fa stare lì in mezzo alla strada ad aspettare,aspettare un boccone. Non potremo mai essere esseri migliori se ignoriamo coloro che hanno bisogno di noi. Ringrazio con il cuore tutti coloro che si dedicano come me a portare un boccone di cibo e una carezza a tante creature sole e a tutte le “gattare” che nonostante il freddo che intorpidisce le mani e arrossare il naso, si aggirano nei vicoli al buio,nei nascondigli,sui muretti pronte a tirare fuori dalla busta una, due, cento scatolette, mille sacrifici e un mare di umanità. Concludo con una mia poesia: Gatto che vieni affacciandoti nel mio giardino e nella mia vita allungando il naso alla ricerca di vicinanza terrena muovendoti cauto nell’incertezza di ricevere accoglienza in una ciotola in una carezza posata fra le orecchie mentre le abbassi compiaciuto e consapevole di dare piacere alle dita vogliose di tanto velluto. Gatto quale strada hai percorso nei tuoi giovani passi per venire alla mia porta ascoltando i miei rumori mentre io imparo dai tuoi occhi che sanno sorprendermi che sanno sopravvivere ad una porta chiusa ad una casa senza luci per continuare a camminare e cercare ad orecchie tese alzando la zampa un’altra storia da far raccontare al tuo muso pieno di memorie.
gatto micio rossi