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A Sciambere: Fall Out della guerra sull'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 26 marzo 2003

Se gli elbani non avessero altre buoni ragioni (cosa di cui dubitiamo) per avercela con il nano pelato in doppio petto è che con la sua “belligerante non belligeranza”, ci sarebbero le ricadute negativa per la nostra economia determinate da una posizione assunta con il suo cambiare linea ogni giovedì, che ha fatto regredire il nostro paese all’italietta che era nei peggiori tempi, parolaia, priva di coraggio d in fondo inaffidabile per qualsiasi schieramento pacifista o guerrafondaio. Quando si cerca di stare non sopra la mischia, ma "nascosti tra le" ceppe sotto la mischia, a dare ragione e calcetti ora a quello ora a questo ora a quello, per finire con lo schierarsi con chi ci sembra il più forte (lo fece già Benito) si corrono dei grossissimi rischi. L’Italia che non contava sul piano internazionale un cazzo prima della aggressione USA all’IRAQ, quando ci sarà da ricucire Europa, alleanza atlantica ed ONU dopo aver avallato quell’aggressione si troverà a contare meno di un cazzo, giacché non sarà vista dai nostri partner europei come un possibile mediatore, si media con i padroni di casa e non con la servitù. La guerra poi, sia per una durata fuori dalle previsione, sia per l’instabilità dell’intero quadro mediorientale che determinerà, in luogo di quella ripresa dei mercati che ci si aspettava potrebbe condurci dritti dritti in recessione (non lo affermiamo noi bolscevichi ma fior di economisti liberisti). Diventeremo, è fin troppo facile prevederlo, maggiormente esposti al terrorismo fondamentalista; ma non sarà questo il guaio maggiore, perché si deterioreranno inevitabilmente le buone relazioni costruite molto faticosamente in anni di lavoro da tutte le forze politiche italiane con i popoli fratelli dell’altra sponda del mediterraneo. Se la buonanima di Bettino potesse vedere come ha conciato la politica estera italiana, questo suo poco perspicace allievo di Arcore, si alzerebbe dalla tomba per metterli in capo un cappello a cono con le orecchie e la scritta “ciuco”. Ma torniamo all’Elba, che vivendo di turismo godrà sicuramente del suo affacciarsi su un’area politicamente in fermento come quella mediterranea, che di fronte ad una recessione (con la probabile amenità di un petrolio a 40 dollari il barile) avrà grossi vantaggi (l’acquisto di pacchetti turistici come beni rifugio è pratica notissima). Le “attenzioni” di cui godremo da un Islam più incazzato (e non con tanti torti) nei nostri confronti, risulterà un altro forte incentivo alla visita del nostro paese. Potremo certo tutelarci blindando ancora di più le nostre frontiere (Bossi ha già muggito in tal senso), e questo crediamo sarà salutato dagli imprenditori anche elbani, che potranno fare a meno di assumere lavapiatti, pulitori, muratori, fornai etc. nord-africani o generalmente extracomunitari, e potranno attingere al mercato del lavoro italiano ed elbano che come tutti sanno pullula di giovani anelanti di coprire tali incarichi. Insomma pazientiamo per questo primo impatto psicologico con la guerra che ha finora determinato la lieve flessione del 25% nelle previsioni di presenze estive che risanerà anche il mercato togliendo spartanamente di mezzo le aziende meno solide. Grandissimi vantaggi ne verranno in un luminoso futuro!” Ed in chiusura ci viene comunque da recuperare (ruminando un poco) il pensiero (!) bossiano. In effetti ci sono degli extracomunitari che farebbero meglio a lasciare il nostro paese e restituire agli italiani gli spazi che occupano a Vicenza, Aviano, Sigonella, Birgi, Gioia del Colle, Camp Darby, La Maddalena ed altri ancora. Non lo diciamo per spirito antiamericano, ma per il rispetto alla nostra appartenenza a due grandi gruppi etnici che hanno prodotto la nostra cultura ed il nostro sentire gli europei ed i mediterranei.