Torna indietro

La prima vittima della guerra è sempre la verità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 25 marzo 2003

Noi lo sapevamo nel nostro alle volte disperato sventolare le bandiere di pace, lo sapevamo che poi sarebbero (come sempre) giunte le lacrime ed il dolore, lo sapevamo e lo abbiamo gridato a tutto il mondo che ci ha fatto da coro. Ieri le facce della paura di colpo hanno riempito il video . La guerra d'improvviso è ridiventata dramma, si è riappropriata del gelo della parola morte. Sembrava una guerra di cui ti facevano vedere tutto e invece non ti facevano vedere niente. Poi la tragedia irrompe! Immagini crudeli, corpi di soldati uccisi in combattimento, nemici sraiati per terra in attesa di cure e morti solo morti lungo il deserto maledetto. Ancora: primi piani di prigionieri americani, cinque in tutto, bianchi e neri, anche una donna. Esposti sul video, lo sguardo nel vuoto. Le domande: «Perché sei venuto qui?». Le risposte: «Mi hanno ordinato di farlo». Quando tocca a Joseph che viene dal Texas, segue il numero di matricola. Come nei film di guerra, solo che questa è guerra vera Le facce dei prigionieri hanno paradossalmente dimostrato il volto vero della guerra. Non è un videogioco, non ci può essere compiacimento dell'orrore e del terrore. E allo stesso tempo si capisce che forse su questa guerra il mondo dell'informazione sta esagerando, che si corre il rischio di allontanarci dai problemi del Paese avvolgendoci in una fascinazione artificiale che può far smarrire il senso della verità. È sbagliato voler tenere a tutti i costi in pugno il pubblico dei telespettatori, è anche sbagliato confondere la finzione televisiva con la realtà storica. Noi con le nostre bandiere in mano, sui balconi, per le strade e le piazze urlando ci domandiamo ma dov’è la verità: “La prima vittima della guerra è sempre la verità”


prigioniera usa

prigioniera usa