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A Sciambere: piange il dimafono

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 24 novembre 2005

Ci siamo sempre rifiutati di invecchiare professionalmente (per quanto il naturale rincoglionimento sempre incombente ce lo consentiva) Abbiamo iniziato in un periodo in cui gli articoli si scrivevano a macchina (ma solo per poter contare più agevolmente le battute) o a mano e poi si dettavano per telefono alle “dimafoniste” o agli “stenografi” (anche se già allora nessuno stenografava più e se oggi i “dimafoni” sono probabilmente ormai rintracciabili solo in qualche museo della tecnologia ) e ci ritroviamo all’età della pensione a misurarci con avanzate tecnologie comunicative . Ma nonostante lo sforzo per risultare updated qualche volta siamo colti dalla struggente nostalgia dei tempi eroici dei nostri inizi, accade quando come questa notte sorgono improvvisi problemi tecnici che ritardano il lavoro tolgono la certezza del compimento della fatica. Si perché allora tra il fatto a cui assistevamo e la sua trasformazione in caratteri impressi su un foglio che odorava un po’ di petrolio, che sarebbe arrivato all’Isola col primo vapore, c’era la mediazione di tante persone, ora siamo solo noi e l’onnipotente macchina. Allora se qualcosa non andava per il verso giusto si poteva pure litigare con la centralinista che aveva preso fischi per fiaschi, col caporedattore che, operando un taglio a pipo di cane aveva stravolto quello che pensavate …. Ma oggi …. Che soddisfazione si può ricavare da mandare in culo un circuito integrato ?


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