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Lettera aperta e gelida di MariaRosaria D’Amato al Sindaco di Rio Marina

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 18 novembre 2005

Innanzitutto vorrei ringraziare Sergio Rossi per l'articolo che ha scritto su mia sorella e vorrei ringraziarlo per l’ospitalità qualora volesse pubblicare questa mia. Vorrei dire al Sindaco di Rio Marina: Forse lei, e qualche altro consigliere comunale, non ha mai conosciuto, stimato e apprezzato mia sorella. La crudeltà dell’allontanamento dal SUO lavoro l’ha portata prima alla depressione e poi al calvario della malattia che ce l’ha tolta per sempre. Sarò,invece, sempre grata e riconoscente al comune di Rio nell’Elba e al suo Sindaco Catalina Schezzini che nel chiamarLa in servizio le ha ridato fiducia, interesse alla vita e forse, anche qualche giorno in più in mezzo a noi. MariaRosaria D’Amato Convinti come siamo che le parole siano pietre, abbiamo a lungo riflettutto sulla opportunità di pubblicare delle righe semplici ed agghiaccianti come quelle di MariaRosaria. Per onestà dobbiamo aggiungere di non potere testimoniare un rapporto diretto di causa-effetto tra la vicenda lavorativa di Patrizia e l'insorgere del male che l'ha stroncata, solo a chi è vicino ad una persona come un familiare può essere consentito di giudicare in tal senso. Sicuramente possiamo dire che l'Amministrazione riese, compì nei suoi confronti scelte quanto meno ingenerose, legali ben s'intente, ma non certo improntate al rispetto della persona e della sua storia. Certamente nel caso di specie qualcuno ha approfittato delle nuove prerogative per togliersi di torno o marginalizzare (ci sono stati altri "casi", anche nello stesso comune) dipendenti che avevano il torto di aver efficientemente collaborato con gli amministratori precedenti, cioè di aver compiuto il loro dovere. Ed è impossibile non riflettere su una serie di norme nate con il nobile fine di dare maggiore efficienza alle pubbliche amministrazioni che interpretate da amministratori non sempre oculati hanno consentito giganteschi sprechi di pubblico denaro in "consulenze" e altri rapporti di fiducia, rivelatesi talvolta alla prova dei fatti assolutamente deleterie (si pensi alle vicende portoferraiesi). Ma forse non è questo il tempo più adatto, di tali questioni sarà opportuno tornare a ragionare, con un po' meno di emozione. Che non significa dimenticare, men che mai assumere atteggiamenti più comprensivi verso chi ha giocato con il lavoro delle persone e con le persone stesse come se fossero figurine.


rio marina veduta

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