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La Cina non è affatto vicina

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 17 novembre 2005

Egregio Direttore, il 16 novembre sul sito www.beppegrillo.it è stata pubblicata questa lettera di Harry Wu su quello che sta succedendo in Cina: “Caro Beppe, sono Harry Wu della Fondazione Laogai, con base a Washington, che si occupa della ricerca e della diffusione di notizie riguardo ai Laogai. Ti ringrazio per il tuo interesse per la nostra Fondazione e per la tragedia dei Laogai, i campi di lavoro forzato in Cina. Nei Laogai un numero imprecisato di milioni di persone, da 4 a 6 milioni, forse di più, sono, costrette a lavorare in condizioni disumane, a profitto del Governo Cinese e di numerose multinazionali. Esecuzioni di massa con relativa vendita di organi freschi. Lo sfruttamento dei bambini sottoposti ai lavori forzati. Rappresaglie nei confronti delle varie Chiese. Gli aborti e le sterilizzazioni forzate. Queste sono le realta' della Cina odierna! Realta' ignorate dai mass-media occidentali, che non vogliono disturbare i commerci internazionali. Sabato scorso ho ricevuto il Premio Sciacca che ho dedicato: - a tutti i milioni di cinesi perseguitati per la loro Fede Cattolica o per altre Fedi religiose, - a tutti i milioni di detenuti nei Laogai, - alle centinaia di migliaia di madri costrette ad abortire, anche se all'ottavo o al nono mese di gravidanza, spesso per mezzo di un'iniezione letale al feto, - a tutte le centinaia di migliaia di persone fucilate durante le esecuzioni di massa, i cui organi, se in buono stato, sono spesso venduti con grandi profitti. Quindi a tutte le decine di milioni di vittime, nel passato e nel presente, del Regime Comunista Cinese. Sono stato intervistato da vari quotidiani e dal vostro TG2. Martedi' ho partecipato a un dibattito alla RAI International e, oggi, mercoledi' daro' una conferenza stampa al Parlamento Europeo a Strasburgo. Daro' anche un'audizione parlamentare venerdi' mattina a Montecitorio. Ti ringrazio sinceramente e spero di incontrarti presto”. Harry Wu Ma come mai i nostri governanti di centro-destra - Fini e Berlusconi per tutti – quando vanno in Cina a scambiarsi brindisi, strette di mano e pacche sulle spalle con quelli che, evidentemente, ritengono gli unici Comunisti buoni del mondo non denunciano i gulag, i campi di lavori forzati, la repressione delle minoranze e dei dissidenti, le violazioni dei diritti umani ed invece mostrano grande ammirazione per dei peggiori esempi di dittatura dell’intero pianeta? Perché sembrano molto a proprio agio a stringere le mani insanguinate di quei despoti che tengono in piedi un feroce regime fatto di turbocapitalismo di stampo ottocentesco e di comunismo stalinista decotto? Una spiegazione forse la si può trovare in quest’altra notizia letta sullo stesso sito: ”In Cina, come riportato dalla CBC e dal Chinadaily, oltre a capitali e a industriali da esposizione, esportiamo anche picchiatori. I dipendenti cinesi della societa' italiana DeCoro (fabbricante di divani esportati principalmente in America) hanno manifestato in strada a Shenzhen mercoledi 2 novembre contro i ripetuti pestaggi, subiti da diversi lavoratori in varie occasioni, da parte dei supervisori stranieri e l'abbassamentro dello stipendio. I manifestanti sono stati dispersi dalla polizia in tenuta antisommossa. Un record. Siamo gli unici al mondo che picchiamo i cinesi perchè lavorano poco. Dopo anni in cui hanno fatto neri i lavoratori italiani, le aziende ora fanno neri anche i cinesi. Ma in Africa come faranno? Lì non puoi far nero un nero. Ci toccherà esportare in Cina anche la triplice sindacale...”


beppe grillo

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