Un'altra storia di violenza tra le mura domestiche all'Isola d'Elba, la terza che registriamo in due settimane, la seconda che si è conclusa con l'arresto del coniuge accusato di alzare le mani. Tutto è iniziato nel pomeriggio di Sabato, quando una signora in preda a una forte agitazione ha chiamato il 112 dei Carabinieri, lamentando di essere stata violentemente percossa dal marito, dicendo che il fatto si era già in altre occasioni ripetuto e che se le fosse capitato qualcosa di più grave, i militari dell'Arma avrebbero dovuto indagare in direzione del coniuge. Tuttavia la donna non dichiarava chi era e dove si trovava. Fortunatamente l'operatore che raccoglieva la chiamata capiva che, a dispetto dell'anonimato, quanto veniva narrato era questione reale e da considerare molto delicatamente. Il Carabiniere riusciva a dialogare con la signora, a calmarla ed ottenere la sua fiducia ed a convincerla a poco a poco a farsi riconoscere. Al termine la donna risultava una quarantenne lussemburghese, dipendente di una struttura turistico-residenziale dell'Elba Orientale coniugata con un quarantacinquenne italiano, anch'egli in servizio presso la stessa azienda. Poco dopo la signora era raggiunta dai Carabinieri della Stazione di Rio Marina che raccoglievano oltre la sua testimonianza anche quella di altre persone che avrebbero assistito ad episodi in cui la donna era stata percossa. Successivamente la signora era condotta all'ospedale di Portoferraio dove gli erano riscontrati traumi in diverse parti del corpo giudicati guaribili in 15 giorni ed uno stato ansioso. I Carabinieri iniziavano anche la ricerca del marito della donna che era individuato poco dopo nel centro di Rio Marina. Dopo l'interrogatorio all'uomo era contestata una denuncia per maltrattamenti, lesioni, percosse e minacce nei confronti di un familiare. In ragione di ciò il quarantacinquenne veniva tratto in arresto e successivamente era trasferito a Livorno presso il Carcere delle Sughere, dove resta in attesa delle decisioni del Magistrato incaricato di seguire il caso.
caserma carabinieri lato