Torna indietro

Controcopertina: Le luci e le cose non viste nella disfida del lampione di Mola

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 13 novembre 2005

Il TAR per ora ha dato ragione al Comune di Porto Azzurro accettando la richiesta di sospensiva contro l’ordinanza del Comune di Capoliveri che voleva demolire la fila di 16 lampioni che il Sindaco Longonese Papi (centro-destra) ha piazzato a Mola, però sul lato della strada provinciale che appartiene al Comune di Capoliveri (centro-sinistra). Quel che soprattutto preoccupa Capoliveri è che i lampioni sarebbero una specie di lungo piffero di Hameln luminoso, una fosforescente traccia di briciole, messi li a bella posta per attirare i pollicini-turisti verso il mare di Porto Azzurro, distogliendoli dal borgo collinare. Ormai quella del salto di carreggiata dei lampioni è diventata una divertente fiaba campanilistica, non mancano nemmeno i due signori del maniero, uno a Forte San Giacomo, l’altro a Forte Focardo, ci sono però convitati di pietra che non sembrano voler entrare in scena: quei lampioni sono stati messi all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e della Zona Umida di Mola - la più importante dell’Arcipelago - che fa parte del Sito di Importanza Regionale “B07 Zone Umide del Golfo di Mola e di Schiopparello (IT5160101)”. Ci chiediamo se per mettere quei lampioni il Comune di Porto Azzurro, oltre a non aver chiesto la licenza al Comune di Capoliveri, abbia chiesto il nulla-osta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e che cosa ne pensi la Regione Toscana di 16 punti luminosi messi a limitare un SIR in un’area per la quale la Giunta Regionale, nella scheda del Sito (pagine 315/316 della Delibera Regionale 5/7/2004 n. 644, in attuazione della L.R. 56/2000) descrive tra i principali elementi di criticità interni al sito: “Modificazione dell’uso del suolo – Disturbo antropico, elevatissimo durante la stagione turistica”; tra i Principali elementi di criticità esterni al sito: “crescente isolamento del sito nell’ambito di un contesto di crescente urbanizzazione”; tra i principali obiettivi di conservazione: “Riduzione degli impatti diretti e indiretti delle attività antropiche e dell’isolamento delle zone umide”. Insomma, una fila di lampioni - nemmeno schermati verso il cielo - al bordo di una Zona Umida non è proprio un bell’esempio di gestione del SIR di Mola – sul quale è in corso un progetto di recupero di Parco e Regione - che la scheda regionale così definisce nel paragrafo Principali emergenze: “Significativa importanza del sito per la sosta di uccelli migratori legati agli ambienti palustri”, non bisogna essere degli ornitologi esperti per sapere quanto siano fastidiose e pericolose le luci per l’avifauna migratoria, soprattutto se dentro un sito di sosta. Strano che, in questa baruffa paesana di lampioni comunali messi in un altro comune, nessuna delle Istituzioni interessate abbia rilevato questi problemi ambientali, nemmeno il Comune di Capoliveri sembra aver messo sul piatto del ricorso al TAR il considerevole peso del rispetto delle norme del Parco e del SIR di Mola. Una spiegazione potrebbe venire dalla lettura della stessa ignorata scheda del SIR di Mola: alla voce principali elementi di criticità interni al sito, è scritto anche “progetto di ampliamento del porticciolo turistico nel golfo di Mola”. La contesa sui lampioni che saltano il confine del Comune è spassosa, la necessità di nulla-osta e valutazioni di impatto per le attività dentro e accanto ad un Parco Nazionale e ad un SIR, che siano lampioni o campi boe, è una cosa un po’ più seria… e allora non si diverte nessuno.


porto azzurro mola

porto azzurro mola