Il braccio operativo del saccheggio del Polluce non parla inglese. Sei cittadini italiani, tutti genovesi, sono stati iscritti dalla Procura ligure nel registro degli indagati; tra questi quattro imprenditori della “Tecnospamec” e due esterni, tra cui un dipendente pubblico. Le indagini sembrerebbero interessare anche un cittadino francese collegato all’organizzazione che nel gennaio del 2000 distrusse e depredò il relitto del piroscafo affondato a meno 103 metri davanti Capo Calvo, ad est dell’Isola d’Elba. Secondo l’accusa, che ha ipotizzato per gli indagati l’associazione a delinquere per l’impossessamento di beni culturali, i genovesi sarebbero stati complici del gruppo di inglesi guidati da David Dixon, proprietario della DMC Consulting di Ayshlam, che lavorando brutalmente con una benna trafugarono dal Polluce monete e preziosi per un valore stimato in 2 milioni di euro. Uno degli imprenditori, prima di essere zittito dal suo legale, ha ammesso di aver accompagnato Dixon in Capitaneria di Porto a Portoferraio dall’allora Comandante d’Alessandro per ottenere i permessi di scavo, ma si è difeso affermando che l’oggetto da recuperare risultava il mercantile Glen Logan – silurato vicino Stromboli nel 1915 ed utilizzato come specchietto per le allodole dai predatori Inglesi per ottenere i permessi – e che la ragione era squisitamente legata al nolo da parte di Tecnospamec del pontone e dell’attrezzatura, per altro, a suo dire, mai completamente pagati dagli Inglesi. Insomma, solo un supporto tecnico. Di diverso avviso i Carabinieri sommozzatori di Voltri e del nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze, che durante le perquisizioni nelle abitazioni hanno rinvenuto alcune monete sicuramente provenienti dal Polluce ed una serie di fotografie che immortalano il “ gruppo misto” al ristorante, in barca e in bella posa con i preziosi saccheggiati dalla sfortunata e misteriosa nave a vapore.
polluce dipinto