Il corteo di Pace degli studenti elbani non si può dire che sia stato troppo partecipato, se si considera che la protesta contro la guerra ha portato sin da giovedì scorso gli istituti superiori ad una serie di assemblee e scioperi che hanno reso pressoché deserte le lezioni per tre giorni. Ci si aspettava quindi che il dissenso espresso sfociasse in una risposta più compatta e determinata, mentre non sono state più di 150 le persone che hanno composto la manifestazione, alla quale erano stati invitati a partecipare anche gli alunni delle medie, tutte le amministrazioni comunali, ogni sorta di associazione. Ma per i ragazzi che hanno sfilato sotto l’immancabile striscione verde della pace elbana a Roma, è stata una manifestazione importante che li ha visti attori e spettatori. Lungo il corteo, durante alcune soste, sono risuonate, attraverso la voce di Chiara, le parole di Gandhi, mentre i ragazzi seduti per terra sottolineavano con un silenzio attento. Tra gli studenti anche una decina di insegnanti, che hanno aderito alla giornata dello sciopero nazionale per il mancato rinnovo del contratto, un solo amministratore, l’Assessore alla Pubblica Istruzione di Portoferraio Riccardo Nurra, ed alcuni espontenti della CGIL. Giunti sul Molo Elba, i ragazzi si sono disposti in circolo, alcuni si sono distesi in direzione del sole, altri hanno predisposto le attrezzature e si sono occupati della scaletta degli interventi. Dietro al megafono si sono avvicendati i giovani protagonisti che “a braccio”, davanti alla piccola ma dignitosa folla, hanno scavalcato la timidezza per portare la loro testimonianza di pace, esercitando, sul “molo della democrazia”, il loro consapevole diritto di replica: Lorenzo, Angela, Diego, un rappresentante degli studenti di Piombino. Sono intervenuti successivamente insegnanti, rappresentanti del Social Forum, della CGIL. Il Sindaco di Portoferraio, Giovanni Ageno, raccogliendo l’invito consegnatogli nei giorni scorsi dagli stessi studenti, ha raggiunto i manifestanti sul molo ed ha infine preso la parola, dichiarando che i pacifisti sono la coscienza critica e morale, un grande movimento trasversale e transnazionale, e che come tale dovrebbe mantenersi equidistante dalla politica, evitando il pericolo della strumentalizzazione.
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