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Controcopertina: le ragioni del Coordinamento Nazionale dei piccoli comuni italiani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 09 novembre 2005

Il Coordinamento nazionale dei piccoli comuni italiani nasce nel 2000 come risposta alla totale indifferenza della politica e delle Istituzioni di fronte al dramma della desertificazione demografica che condanna all’estinzione migliaia di piccoli comuni italiani. La struttura del Coordinamento è estremamente semplice ed agile perché agisce innanzitutto sulla rete e fa delle nuove tecnologie il suo punto di forza. La stragrande maggioranza delle iniziative messe in campo sono on-line per abbattere le difficoltà economiche, le distanze e soprattutto le inutili pastoie burocratiche delle nomenclature e degli apparati. Il Coordinamento ha raccolto in questi anni oltre 20.000 adesioni on-line ed è presente attraverso i pc in ogni piccolo comune, in ogni famiglia. Gli aderenti sono cittadini, mamme, giovani, Sindaci, Consiglieri Regionali, Parlamentari, Sacerdoti, Vescovi e soprattutto tantissimi italiani nel mondo, i più sensibili e disponibili verso questa grande battaglia di civiltà. In questi anni abbiamo dato vita a centinaia di manifestazioni volte a sensibilizzare la pubblica opinione verso un patrimonio straordinario di cultura, valori e radici che rischia di andare definitivamente perduto nell¹indifferenza generale. I piccoli comuni italiani sono 5632, il 74% del patrimonio istituzionale italiano per una estensione territoriale pari al 78% dell’intero territorio nazionale, con una residenza demografica di circa dieci milioni di persone. L’azione del Coordinamento è molteplice e va dai servizi socio sanitari, ai problemi dell’internet veloce a quelli della comunicazione, al mondo del cinema e del teatro. Sono state realizzate diverse manifestazioni nazionali come il Premio nazionale “Il cinema per i piccoli comuni”; Il Premio nazionale “L’informazione e i piccoli comuni”. Tutte iniziative che hanno trovato il plauso ed il consenso pieno del Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, il vero grande amico dei piccoli comuni italiani. L’azione del coordinamento è soprattutto culturale ed ha trovato il pieno consenso anche da parte di Università straniere come quella di Barcellona che attraverso il Prof. Bazeco, responsabile del Dipartimento di Storia e Geografia, ha stabilito un rapporto di collaborazione sui piccoli comuni europei. Il Coordinamento nazionale dei piccoli comuni rappresenta una straordinaria novità nel panorama politico italiano perché si muove fuori dai soliti canoni ed utilizza e valorizza la comunicazione come strumento prioritario per favorire la conoscenza di una Italia non vista e non letta che può dare molto in termini di sviluppo all’intero Paese. Il Coordinamento ha una chiara e marcata visione cristiana del mondo pur rispettando ed apprezzando altre confessioni religiose,orgogliosi della radice cristiana dell’Italia e dell’Europa. Dal punto di vista legislativo ha sostenuto con forza la proposta di legge Ddl. N. 1942 Misure a sostegno dei comuni al disotto dei cinquemila abitanti, attivando una petizione popolare mondiale che ha raccolto qualcosa come tre milioni di firme. Il Ddl 1942 è stato approvato all’unanimità alla Camera dei Deputati ed ha concluso da poco l’iter nelle Commissioni Finanze a Affari Costituzionali del Senato. In questi cinque anni siamo passati da una fase di totale indifferenza ad una primavera politica dei piccoli comuni, come dimostrano le tante iniziative legislative messe in campo dalle varie Regioni. Chiaramente non siamo soddisfatti perché vogliamo davvero costruire le condizioni per un futuro sereno delle nostre piccoli comunità ed il contributo in tal senso che può e deve venire dal servizio pubblico per noi è importantissimo. Per queste ragioni abbiamo intrapreso una campagna si sensibilizzazione sulla buona comunicazione e sul ruolo che la Rai dovrebbe svolgere secondo noi per raggiungere tale ambizioso obiettivo. Siamo grati al mondo delle comunicazioni sociale per l’attenzione e la sensibilità straordinaria messe in campo, altrimenti per una iniziativa nata dal basso, da comuni cittadini che risiedono in piccole comunità del Mezzogiorno d’Italia come Rocchetta Sant’Antonio e che oggi conta migliaia di adesioni di ogni ordine e grado, non ci sarebbe stato scampo e sarebbe rimasto un sogno nel cassetto. Un grande sogno che ha trovato sponde anche nel resto del mondo come dimostrano i nostri rapporti con le più grandi associazioni italoamericane e di altre realtà associative in giro per il mondo. I piccoli comuni rappresentano la storia, l’identità, la radice del Paese e tutti abbiamo il dovere di consegnarli alle nuove generazioni come ho avuto modo di scrivere nel mio libro sui piccoli comuni. Grato per tutto quello che fate e farete per le nostre piccole comunità.


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