E si è pure incazzato quella faccia da Bruno Vespa di Bruno Vespa, italiano al 100% come avrebbe detto Ennio Flaiano cioè “specializzato nel correre in soccorso di chi vince” sempre a galla come i sugheri o come altro molto meno nobile materiale che non odora di violetta neppure in mare. Si è imbizzarrito assai il conduttore per tutte le stagioni politiche, quando un giornalista del Manifesto che assisteva silente e paziente da un’ora agli sproloqui missilardi di generali vegliardi, rilevati in saldo dai canali televisivi dalla “Casa di Riposo del Soldato”, gli ha piantato l’irriverente domanda: “Avete finito di giocare a Risiko?” quanto mai pertinente perché appunto lo studio era guarninto di plastici, soldatini miniature di portaerei ed altre amene macchine di morte riprodotte in giocattoleschi sembianti. Ed il collega (quello sì, così lo sentiamo) rincarava la dose richiamando i corrispondenti dal fronte ad un atteggiamento più misurato e commisurato all’avvenimento che stavano raccontando. L’inviperito Vespa non ha tollerato che quello gli contestasse di non aver fatto fino ad allora capire che di un massacro si stava trattando, di una tragedia umana e non di un War-Game. L’alto Prelato della Rai ha risposto per le rime dicendogli che Lilli Gruber era a rischiare il culo sotto le bombe, vantandosene neanche fosse il suo (di culo), non comprendendo che le critiche non erano rivolte ai corrispondenti che stanno a Bagdad, che in genere sono donne, persone di fegato e brave professioniste, ma ad altri maschietti che starnazzano nei (sicurissimi) comandi americani con fare, vieppiù con accenti e vestimenta rambeschi, e con osceni sorrisi alla Berluska stampati sulla faccia. Abbiamo per un attimo chiuso gli occhi, immaginato un plin-plon di Porta a Porta che introduceva in quello studio dove si parlava di una guerra così carina e pulita due morti, ma non due morti qualsiasi, due morti che rispettassero la par condicio: - Un povero disgraziato irakeno che si illudeva di difendere il suo paese e invece difendeva gli interessi di quel porco di Saddam (genitivo denominativo Assessore) sbudellato da un missile intelligente; - Il secondo marine, che credeva di sbarcare in Iraq per difendere la democrazia e invece difendeva l’interesse di quei lardosi suini dei petrolieri texani (la lobby che più ha contribuito alla elezione di Bush) morto per una pallottola idiota sparata da un commilitone; due cadaveri freschi di giornata che avrebbero potuto affrontarsi sul tema: “Chi di noi due è stato più fesso a crepare così?” Pensieri che ci davano il voltastomaco, poi per fortuna ci è capitata sotto gli occhi la foto del cannone fiorito dai bambini a Rio Marina e almeno un poco ci siamo riconciliati con il mondo.