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Controcopertina: Alla ricerca del turista perduto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 05 novembre 2005

Sono giorni, questi, in cui si comincia a fare i conti sull’andamento della stagione turistica e, più in generale, sulle prospettive di sviluppo del Paese e del nostro territorio. I dati che abbiamo parlano chiaro: mentre nel mondo il turismo è cresciuto, in Italia si registra un calo preoccupante. La verità è che il nostro Paese non appare più competitivo: il rapporto qualità-prezzo, ovvero il valore più importante nella scelta dei turisti, sembra essere fuori controllo. C’è dunque una crisi di sistema dovuta in primo luogo a problemi di carattere strutturale. Si avverte l’assenza di una politica del Governo in grado di ridare fiato alla domanda interna, rilanciare l’immagine internazionale dell’Italia, dare spazio alla crescita competitiva delle imprese attraverso incentivi e apposite misure fiscali, affrontare il tema della qualità anche rispetto alla raggiungibilità delle nostre mete turistiche, investire sulla formazione per concorrere all’ammodernamento del sistema turistico, favorire le diverse forme di turismo culturale, sportivo e ambientale, valorizzare lo straordinario patrimonio storico, artistico, eno-gastronomico e paesaggistico nazionale. Niente di tutto ciò è presente nella Finanziaria 2006, dove invece si prospettano misure assurde, quali quelle del ripristino della vecchia imposta di soggiorno, o si penalizzano Regione ed Enti Locali con drastici tagli alla capacità di spesa per servizi sociali, cultura, promozione e infrastrutture. Tutto ciò rende ancora più evidente la necessità di invertire il tipo di sviluppo che per anni ha caratterizzato l’economia locale e che si è basato sulla quantità, la rendita e lo spontaneismo. Occorre cioè invertire la rotta, puntando sulla sostenibilità, la qualità e l’identità culturale, con una visione unitaria del territorio e adeguati strumenti di programmazione. Un ruolo importante per questo compete alle Pubbliche Amministrazioni, così come decisivi sono l’impegno e l’azione dell’impresa, delle Associazioni di Categoria, della società nel suo insieme. La Comunità Montana dell’ Elba e Capraia, nonostante le difficoltà finanziarie e strutturali, accentuate da maldestri e sconsiderati tentativi di delegittimazione provenienti da alcuni personaggi governativi, sente la responsabilità del proprio ruolo e del mandato istituzionale che le è proprio. Con il Piano di Sviluppo Socio Economico (P.S.S.E.) e con le proposte per il Patto di Sviluppo Locale (P.A.S.L.) avanzate in questi giorni (nautica da diporto, qualificazione turistica, infrastrutture, attenzione alla coesione sociale ), ci siamo fatti carico di contribuire ad una nuova politica, fondata sull’analisi e sulle cose da fare. In questo quadro stiamo allargando l’orizzonte all’intero Arcipelago Toscano, con l’inserimento nella Comunità delle isole mancanti (Giglio, Giannutri, Gorgona) e con un progetto di collegamento marittimo fra tutte le isole minori. Abbiamo salvato l’aeroporto e detto no alla tassa d’imbarco e alla sconsiderata vendita del patrimonio minerario e dei fari. A favore delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni stiamo attivando lo sportello unico per le attività produttive, mentre sono stati presentati progetti importanti a livello europeo e altri che interessano la certificazione ambientale, la gestione associata di importanti servizi intercomunali (basti pensare al canile ed al catasto delle aree boschive attraversate dal fuoco), la valorizzazione di parti significative del nostro territorio (castagneti, granito, sentieristica all’Elba e Capraia), la costruzione della nuova pista di atletica a San Giovanni e di un nuovo frantoio nella zona industriale, la definizione di un rapporto aggiornato di Agenda 21 su energia, acque e rifiuti, il completamento del piano comprensoriale delle spiagge, la convocazione permanente di una conferenza oraria per i collegamenti intermodali. Molte cose sono state fatte, altre avviate, molte altre ancora da fare. Fra queste ultime, crediamo, che la Comunità Montana debba porsi obiettivi di più ampio respiro che consentano all’Elba e all’intero arcipelago di pensare e progettare più in grande, allo scopo di far fronte ad eventi di dimensione nazionale ed europea e a creare le condizioni per una formazione qualificata a livello universitario. Pensiamo, appunto, ad una sede universitaria elbana per il turismo e l’ambiente, che potrebbe trovare un’adeguata locazione nel costituendo polo scolastico dell’ex Finanza, pensiamo anche ad una struttura congressuale in grado di ospitare iniziative di livello internazionale da realizzare nell’area della ex centrale Enel. E pensiamo, infine, a strumenti di analisi permanenti non solo dell’andamento stagionale, ma della situazione economica generale, tenendo conto che il turismo resta, in ogni caso, il settore essenziale della nostra economia e che da noi, come ovunque, non è più un “corpus unico”, un grande contenitore in cui tutti i comportamenti sono omogeneizzati, bensì un fenomeno che si manifesta con tante sfaccettature differenziate ed un mercato variabile, dalle molte segmentazioni. Tutto ciò rende sempre più necessario che vi siano figure in grado di valutare come cambiano gli atteggiamenti individuali e di pianificare al meglio le modalità organizzative dell’offerta turistica. E’ quindi sempre più ineludibile l’acquisizione di una cultura del turismo che passi attraverso il sistema formativo (compreso, appunto, quello universitario), così da mettere in grado chi opera nel settore non solo di far fronte al cambiamento, ma anche di prevenirlo e stimolarlo. Un organismo unitario, quale è la Comunità Montana a livello comprensoriale, può e deve svolgere, in questa direzione, un ruolo significativo. E’ quello che abbiamo provato a fare da un anno a questa parte ed è quello che abbiamo intenzione di continuare a fare.


Disperati Franchini Alessi Berger

Disperati Franchini Alessi Berger