Un’altra guerra di campanile tra l’Elba e Piombino? Non sarebbe cosa di poco conto visto che di mezzo c’è il generale Bonaparte in persona, o meglio in personaggio. Le prime cannonate sono partite dal Continente. Scrive il Tirreno del 3 novembre in cronaca piombinese (ripresa anche dalle News on line di Teleelba) in merito alla fine delle riprese del film “N” di Paolo Virzì: “Roberto Alchimede (produttore della Cattleya ndr) ha ringraziato l’amministrazione di Piombino e tutta la città, ma anche la Val di Cornia, Suvereto, Campiglia, Populonia, per la disponibilità con cui è stata accolta la troupe.” Di seguito dichiara «Piombino e la Val di Cornia ci mancheranno» proseguendo: «Non sentiremo invece la nostalgia per l’isola d’Elba, dove siamo stati trattati malissimo, soprattutto dagli albergatori». Ferita mortale. Il generale Bonaparte ha preso la sua rivincita nei confronti dell’isola battuta dallo scirocco che in pochi mesi afflosciò le sue intuizioni belliche. Il signor Alchimede con quella dichiarazione ha definitivamente sparso il sale su qualsiasi velleità di promozione dell’isola, e nessun futuro accanimento pubblicitario potrà mai risollevarla. Ma raggiunto al telefono dal nostro quotidiano pronto, come suo solito, a mettere alla gogna l’albergatore imbranato, ecco la sorpresa: “Noi all’Elba ci siamo trovati benissimo - dichiara il produttore - io personalmente spero di ritornarci al più presto. Le dichiarazione riportate sulla stampa non mi appartengono. Abbiamo avuto soltanto un malinteso di carattere economico con il direttore di un albergo, che credo di poter risolvere nei prossimi giorni. Per il resto devo ringraziare il direttore dell’APT, Icilio Disperati, per la sua disponibilità e il suo aiuto, anche per le riprese fatte a Pianosa. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato, e tutti gli elbani.” Se vi siete trovati così bene – domandiamo - perché allora avete girato soltanto poche scene? “ Perché – risponde Alchimede – avremmo dovuto fermare la città e soprattutto il porto di di Portoferraio per due mesi. Invece a Piombino abbiamo ricostruito il set in un porticciolo secondario, dove arrivavano soltanto poche barche di pescatori, ed è stato più semplice.” Balle di cannone a parte, siamo sinceramente contenti di aver condiviso almeno per una volta le glorie (ma fu vera gloria?) e le sventure napoleoniche con i nostri cugini d'oltrecanale.
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