Chissà se, arrivando nella Patagonia argentina, fu solo per un caso, oppure per scelta, che Butch, Sundance e Etta decisero di stabilirsi a Cholila, distretto di Chubut. Ancora oggi ci si capita per sbaglio o rincorrendo le descrizioni di Hugo Pratt e Chatwin, percorsi tortuosi con autobus di quart’ordine, sulle tracce confuse e misteriose di coloro che costituirono il “Wild Bunch”, il “Mucchio Selvaggio”. Dietro i finestrini scorrono alte montagne innevate, strapiombi che si perdono nel letto di un fiume. Poche indicazioni, chi guida lo fa a memoria, senza preoccuparsi di un orario da rispettare, i passeggeri ne sono consapevoli, e il rito del mate e della sputacchiera fanno compagnia anche a chi si concentra sulla destinazione finale. La strada sale, costeggia immensi boschi da cui ci si aspetterebbe di vedere comparire, contro sole, un mucchio di cavalieri armati, con il bavero della giacca alzato sul viso, la tesa del cappello da gaucho abbassata al modo dei cow boys. Chissà se arrivarono qui per scelta, o fu il destino, o gli agenti di Pinkerton, a spingerli sulle rive del lago Puebla. Ma decisero di restare. Forse perché l’acqua è azzurra, a volte verde, e il torrente Epuyen, prima di rallentare il suo corso, attraversa una gola che ricorda moltissimo le descrizioni del loro ultimo rifugio fra le montagne del Wyoming. Butch Cassidy, Sundence Kid, Etta Place. Il mito della frontiera americana è un intreccio di realtà, fantasia, tradizioni orali e scritte che si intersecano e si accompagnano fino al punto cruciale, la fine, la sintesi fra storia e leggenda, che ha la sua sublimazione nell’ultimo mistero. Fabio Falzone ci offre una ricostruzione sintetica ed efficace della vicenda, in sintonia con il film interpretato da Redford e Newman. Allegata al testo un’appendice a fumetti, un assalto al treno, disegnata da Francesco Garbuggino, evidente omaggio al West di Sergio Leone: poche pagine, è vero, ma nessun dialogo e molti primi piani. L’autobus ha smesso di salire, il mate gira ancora e un lancio nella sputacchiera si può anche fare. Il lago Puebla è giù in fondo alla valle, ora il motore si riposa e a farsi sentire sono i freni. Qualcuno si prepara a scendere, magari nemmeno conosce la storia dei tre gringos che scelsero di non morire nel proprio paese, e che forse decisero davvero di non morire mai: ci sono loro tombe in Bolivia, in Argentina, in Uruguay e Paraguay. Etta Place addirittura avrebbe collaborato, durante la rivoluzione messicana, con Pancho Villa. Forse alla fine l’uomo ha l’esigenza di crearsi nuovi miti su cui riversare la propria fantasia. E infatti il libro di Falzone risulterebbe incompleto se non fosse integrato, ad esempio, con le splendide tavole di Hugo Pratt, o con le geniali intuizioni di Osvaldo Soriano sulle vicende patagoniche. Perché l’intreccio fra storia e mito ha la sua esaltazione solo se leggendari personaggi reali incontrano leggendari personaggi della fantasia. Potrebbe il Mucchio Selvaggio non aver mai conosciuto Corto Maltese e Rasputin? (la risposta leggendo Tango, edizioni Lizard). Se un fatto molto noto, ma dall’epilogo oscuro, dà origine a vicende tragicamente surreali ma non impossibili, chi può negare che un figlio di Cassidy avrebbe trascorso la sua esistenza cercando di tornate nello Utah rapinando banche e arbitrando partite di calcio, revolver spianato e colpo sempre in canna? (solo ironiche e poetiche farneticazioni di Soriano in due capitoli di Fútbol, edizioni Einudi?). L’autobus ha raggiunto la spianata sulla sponda del lago, l’acqua è azzurra, a volte verde, i resti di una estancia sono dietro gli alberi, tutti dicono che Butch, Sundance e Etta vivessero lì. Ultimo giro di mate. Si rinnova l’esaltazione del mondo alla fine del mondo. Sono stati qui, e nessuno saprà mai dove sono sepolti, ma il mito continua a stimolare la fantasia, a cercare ogni appiglio per dare ad un viaggio un senso diverso. Secondo Butch, Sundance sarebbe morto sulle rive del Rio Epuyen, che alimenta le acque verdi e azzurre del lago Puebla. Forse un gran bel posto per morire. Di sicuro il posto migliore per incontrare un’altra Patagonia. Michele Castelvecchi Fabio Falzone BUTCH CASSIDY – Quelli del Mucchio selvaggio Bevivino Edizioni € 10,00
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