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Finanziaria: no alla cultura della guerra, sì a quella vera

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 23 ottobre 2005

“No alla cultura della guerra, sì a quella vera. Il Senato intervenga”. È l’ultimo appello che Legambiente rivolge ai senatori italiani che dalla prossima settimana dovranno discutere gli emendamenti alla Finanziaria. Legambiente, insieme a tutti i soggetti che partecipano alla campagna Sbilanciamoci, ha inviato un documento al Senato della Repubblica per scongiurare i pesantissimi tagli alla cultura previsti nella Finanziaria 2006. “Le proposte contenute in questo documento – dichiara Roberto Della Seta, presidente di Legambiente – potrebbero essere utilizzate per salvare l’istruzione, la cultura e la ricerca. In una situazione, infatti, in cui non ci sono soldi si assiste a un regalo di 477,88 milioni di Euro (+2,5%) al ministero della Difesa per la professionalizzazione delle forze armate e nuovi sistema d’arma. Un aumento inutile visto che le risorse a disposizione sono più che sufficienti per i compiti previsti costituzionalmente e per gli impegni rigorosamente di peace keeping, sotto l’egida delle Nazioni Uniti”. Dunque Legambiente denuncia la cultura della guerra appoggiata dal governo ai danni di quella vera: taglio del 65% ai fondi per la ricerca applicata, blocco delle assunzioni negli istituti di ricerca (ma non quelle delle Forze Armate), riduzione del 40% dei contratti a tempo determinato e delle collaborazioni nelle Università (i tagli complessivi al ministero sono di circa 1 miliardo), -267,5 milioni al fondo dello spettacolo (e ad altre leggi del settore), riduzione dei fondi per l’editoria: questi alcuni dei provvedimenti per “risparmiare” sull’istruzione (esclusa quella privata), la ricerca, la cultura e l’informazione (esclusa quella televisiva). Il fondo dell’editoria viene tagliato di 24 milioni. A rischio l’apertura di teatri (come la Scala di Milano, che avrà il 35% di fondi in meno), musei e mostre, come la Biennale di Venezia (che avrà il 40% di fondi in meno). A questi tagli, vanno aggiunti quelli che opereranno verso le attività culturali gli enti locali, costretti a ciò dai tagli del governo. “Al contrario – continua Della Seta - quello che proponiamo come “Sbilanciamoci” è un taglio di 4 miliardi sull’intero bilancio della Difesa (poco più del 20%). Obiettivo raggiungibile portando le forze armate dall’organico previsto di 190.000 a 120.000 soldati professionisti. Una misura che insieme a una tassa sul commercio di armi e rilascio di licenze permetterebbe il reperimento di fondi da destinare alla cultura”. Così come – conclude la nota di Legambiente – all’eutanasia della cooperazione internazionale si potrebbe provvedere con l’abolizione dell’8 per 1000 destinato alle missioni militari. L’80% (80 milioni di Euro), infatti, del fondo che vengono destinati alle missioni militari all’estero, potrebbero essere decurtati per la lotta alla fame nel mondo. “Solo il Senato – conclude il presidente di Legambiente – può provvedere a recuperare una vera cultura che è poi l’identità italiana, e ridimensionare una cultura che per costituzione non ci appartiene, quella della guerra”.


quadro giovane donna pollaiolo

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