Caro Sangalli, è davvero una questione di fiducia nell’intelligenza; e come vede continuo a risponderle. Poiché non si gioca a carte, né a risico, ma con la dignità delle persone, mi sono rivolto a lei perché lei aveva fatto riferimento a un mio scritto, come del resto fa ora, considerandone una qualche rilevanza pubblica. Certo che non è una disputa a due, né una questione di puntiglio: ma io non faccio il giornalista, e non ho da persuadere i lettori della mia ricostruzione dei fatti; ho scritto a “Elbareport” per introdurre elementi di riflessione complessa su una vicenda che rischiava, e rischia, di divenire “una questione morale all’Elba”. Le questioni morali sono eminentemente private, individuali; e profumano un po’ d’incenso. Le questioni che riguardano la “res publica”, invece, hanno una dimensione ‘etica’ e una politica, non separate e non separabili. Poi esistono le questioni intime, di famiglia e parenti. A mio modo di vedere, l’etica e la politica hanno un loro ambito definito, senza dover invadere gli altri due, se non attraverso la produzione di norme che siano oggettivamente cogenti: non ho nostalgie per lo stato etico, né per il cardinal Ruini che parla di biologia come presidente della CEI; e penso invece che sia compito dell’etica e della politica tutelare la dignità delle persone fino a che non ne siano accertate delle responsabilità penalmente rilevanti. E trovo pericoloso, ancorché corrispondente allo stile giornalistico, intervenire su “come si ipotizza abbiano utilizzato a fini privati le loro cariche pubbliche” in assenza non dirò di processi, ma addirittura di rinvii a giudizio. Io non faccio una questione personale, né tanto meno di appartenenza al Partito o a una Corrente. Io voglio distinguere le questioni personali da quelle dell’appartenenza a partiti o correnti. Non è del resto un mistero che ho lasciato il Consiglio Comunale di Campo nell’Elba; che ho militato in una corrente dei DS diversa da quella di Enrico Graziani perché ho una visione dell’etica e della politica diversa da quella dei Riformisti; che ho lasciato la segreteria di sezione e mi sono allontanato sempre più radicalmente dal Partito, perché vi ravviso una sorta di impotenza etica e di immobilità politica. Posso parlare di politica e di etica quanto vuole e quando vuole; e di fatto non faccio altro nella mia vita. Di politica e delle politiche, locali, nazionali, internazionali: ma non dimentico per questo ‘i Grandi Principi del Diritto, le Teorie Universali’, come lei forse desiderebbe; e, del tutto separatamente, conservo con quanta più lucidità riesco a fare anche i sentimenti umani, di amicizia; e poiché conosco le miserie del mondo di cui faccio parte, metto insieme i fatti che osservo e cerco di spiegarmi le motivazioni e i comportamenti di chi, non per ‘politica’ o ‘etica’, non per complotto, ma per banale e anche volgare desiderio di vendetta, non esita a calpestare la dignità delle persone vagheggiando personalissime rivincite. Personalmente non mi sono mai trovato nella condizione di dover rispondere di qualcosa che mi venisse contestata, ma sempre in quella di chieder conto; e lo ho fatto, con il successo che ognun vede, e che mi ha portato ai margini della vita politica elbana. Ma se vogliamo inaugurare la fase dei rendiconti, e non nascondo che mi piacerebbe molto, non vorrei cominciare come lei suggerisce dal certo scandaloso caso del Buraccio, ma da quello ancora più scandaloso che vede i nostri giovani avere il record regionale dell’abbandono scolastico, ed essere ben piazzati per l’alcoolismo e la diffusione della droga (cioè della disperazione). Per arrivare a Campo nell’Elba, non si preoccupi; io, anzi, nel mio piccolo, ho cominciato da lì a chiedere conto…
Duello