Gentile Direttore, la Sua nota “a piè di lista“ all’articolo del rappresentante “morandiano“ Coluccia non mi soddisfa per nulla. Chi dà le patenti: di sinistra, di centro, di centrosinistra, di centro(trattino)sinistra? Certo non penserà che l’ultimo dictat di Rutelli ci (mi) possa far abbandonare l’Internazionale Socialista per convergere chi sa dove, magari nei liberali crociani, oppure che abbia votato Prodi con totale entusiasmo, dimenticando le inclinazioni dell’uomo ai contatti ultraterreni e facezie simili. Si fa di necessità virtù. Di certo non mi entusiasma nemmeno il pur simpatico Bertinotti, ex-sindacalista socialista ed ora vestale del fuoco sacro del comunismo, magari, forse, un po’ in ritardo. Sembrerebbe, quel che vado esponendo, materia di farsa se non si trattasse, ahinoi, del destino nostro e dei nostri concittadini e compatrioti, nel tritacarne di trafficoni e trafficanti di professione. Vedo però, ne sono sicuro,(l’ottimismo della volontà contrasta con il pessimismo della ragione), in prospettiva, una moderna sinistra che ridia speranze e normalità, fuori delle “camarille” del sottopotere anche locale, che mai disprezzerò abbastanza per la sua intrinseca assenza di progetti e di larghe vedute, abituata a galleggiare sull’esistente come un sughero, senza neppure governarlo. Io, nel mio piccolo, mi sento un “fassiniano in nero di Totano”, costretto ancora, alla mia non più giovane età, ad assistere agli stanchi riti di una politica che mai si rinnova, che sempre sottomette alla voglia di potere, alla voglia (cosiddetta) di “vincere” a qualsiasi costo ogni velleità ideale, ogni apertura alle nuove generazioni, mai trascurando i potentati familiari, le lobbies, i gruppi di pressione, ancorché sparuti, sempre chiedendo non che progetti si possono mettere in campo, ma quanti voti, quante poltrone, quali istituzioni si possono occupare. Suo affezionato lettore - Savino Carone Ovviamente la mia, caro Savino, era una forzatura polemica, una reazione alla inazione alla scomunicazione ed al parlarsi addosso di una sinistra come quella italiana (ma anche locale) che mi pare francamente inadeguata alle aspettative che in essa ripone una larga fetta della cittadinanza. Rimango tuttavia radicato nell'idea che sussista un'anomalia nello schieramento politico del centrosinistra italiano che non vuole battere nessuna delle due più logiche soluzioni: creare un unico soggetto politico come ad esempio il Partito Laburista inglese, che riesce a contenere un universo variegatissimo, o prendere atto (è personalmente quello che auspico) che centro e sinistra possono essere complementari e vicenti per quanto vadano distintamente a ridefinirsi, riorganizzarsi e sappiano tra di loro dialogare. Servirebbe caro Savino anche a marginalizzare questioni oziosamente poste come quella sollevata dall'ultima uscita rutelliana (per rompere inutilmente le palle l'ex-mancato-priemer è un vero fuoriclasse). Servirenne a diminuire i traffici di infimo cabotaggio a cui facevi riferimento, a evitarci di morire democrist-rutelliani in un campo di spezzettamento della sinistra.
fassino piero