Gentile redazione, mi chiedo perchè continuamente, perchè Irene ha concluso la sua vita in quel modo, il destino? No le strade! Ogni giorno percorro le strade elbane e ogni giorno mi meraviglio delle loro condizioni: le curve di Mola dove a protezione stà un muretto oramai ridotto a 10 cm, la strada del Volterraio senza segnaletica, comprese le strisce di mezzeria che mancano un pò ovunque, i gard rail non ci sono vedi strada fra Porto Azzurro e Rio Elba! Insomma che cosa dobbiamo aspettare per vedere le strade sistemate? Non termino la frase per timore! vi ringrazio per l'attenzione, Silvia Carissima Silvia Sono io a ringraziarla e, veda, ho dato al serissimo problema che lei pone una collocazione solitamente riservata ad argomenti molto più rilassati proprio per farla leggere di più perche questa è comunque la parte più letta del giornale. Ciò premesso e comprendendo il suo rammarico, anzi il suo motivato dolore al cospetto di tante vite spezzate quella di un'amica in primis, mi permetta però di dissentire e non poco dalla sua analisi sulle cause degli incidenti luttuosi e soprattutto sulle priorità dei rimedi da approntare. Cara Silvia mi creda, per il lavoro quotidiano che faccio sono costretto (è il termine più corretto) a ragionare di tutti gli incidenti gravi che accadono all'Elba e le posso garantire che nella stragrande maggioranza dei casi lo stato della strada e la presenza o non presenza di barriere é da considerarsi ininfluente sugli esiti ed in qualche caso perfino aggravante. Non parlo del caso specifico di Irene, che caso mai andrebbe affrontato in altro modo: cioè con la domanda secca se ci sono responsabilità dirette di qualcuno sul suo decesso, vale a dire se realmente era opportuno che la sistemazione stradale in quel punto fosse diversa da come è. Una domanda da porre chiaramente a chi ha strumenti tecnici per rispondere che io non ho e nemmeno lei credo abbia. No, cara Silvia, voglio e debbo restare sul generale, ricordando di aver scritto di auto che sono volate al di là di muri in cemento armato di oltre un metro, altre che sono uscite di strada ai 130 o ai 150 km orari, motociclisti catapultati fuori strada dopo aver urtato sul guard rail (che nel caso ha ucciso) a velocità pazzesche non per lo stato perfettibile delle carreggiate ma per il non mutabile tracciato delle strade. E' perfino lapalissiano cara Silvia, ma se ciascuno di noi si mettesse al volante nelle perfette condizioni psicofisiche previste e obbligate dalla legge, se tutti risapettassimo il codice della strada di incidenti non ne accadrebbe mezzo; in particolare di luttuosi incidenti. Tutto ciò non per dire che le strade non vadano mantenute bene ma per significarle quanto la trasgressione umana risulta enormemente preponderante nell'innescare una tragedia stradale. Giro le sue segnalazioni a chi di dovere (provincia e comuni) ma la invito a riflettere su quello che lei stessa ha scritto: non mi risulta che abbia fatto morti la "pericolosissima" strada del Volterraio, cosa è successo sulle "curve di Mola"? Da cittadino, da giornalista e da padre e magari da ex-giovane esuberante mi sento (immaginandola molto più giovane di me) di chiederle di adoprarsi con i suoi coetanei perchè non si mettano alla guida bevuti, calati, fumati o anche solo morti di fatica, supplicarli che non facciano gare, chiedere loro che capiscano che chi va troppo veloce non è un ganzo, bensì una emerita fava lessa e pure un potenziale killer, agire cioè sulla sicurezza attiva. Poi certo è utile anche di ragionare della sicurezza passiva ma ragionandone, le consiglio, con tecnici e tecnici seri, perchè una buca su una strada siamo capaci di vederla tutti ma la tangente di una curva va calcolata, e circa le barriere metalliche presenza o meno, distanza dalla sede stradale, altezza, angolo di posizionamento deformabilità e resistenza agli urti non possono essere stabilite "a capocchia" o per decisione di un assessore decisionista. La saluto caramente e la ringrazio di averci scritto.
fiore sabbia