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Quello che le primarie suggeriscono a Giuseppe Coluccia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 19 ottobre 2005

Se confrontiamo omogeneamente i dati, all’Elba, delle recenti Primarie con quelli delle Europee 2004, nelle quali l’elettorato del centrosinistra fu chiamato ad esprimersi proprio sul “progetto Prodi” , attraverso la famosa lista unitaria dell’Ulivo, con Ds margherita, SDI e repubblicani, vediamo che Prodi prese già allora il 74,20% dei voti dei soli elettori del centrosinistra e Bertinotti il 17.00%. Nel periodo successivo, il Progetto riformista dell’Ulivo di Prodi, uscito già vincente da quel test elettorale, subì una serie di vicende che lo resero inefficace, se non del tutto abbandonato a se stesso. Subì notevoli strattonate proprio da quelle forze che ne avrebbero dovuto costituire la struttura: La Margherita diceva di volersi presentare sola, la minoranza dei Ds, cosiddetto correntone imbastì la campagna congressuale, vincendola proprio all’Elba, per contrastare l’adesione della mozione Fassino al progetto Prodi dell’Ulivo riformista, la vittoria di Vendola nelle primarie e nelle regionali in Puglia è stata, credo erroneamente, interpretata come un potenziale sfondamento della sinistra Bertinottiana nell’elettorato Ds, per costruire appunto un polo, alternativo all’area riformista dell’ulivo, della sinistra/sinistra,cosiddetta sostanziale e radicale. Lo stesso Prodi vide rimessa in discussione la propria leadership, finché non si resero appunto necessarie le primarie per ristabilire chiarezza e sciogliere definitivamente i nodi politici del centro sinistra. A tutto ciò si è aggiunto il ritorno Berlusconiano al proporzionale, proprio per scompaginare il progetto unificante di Prodi. Le Primarie, a furor di popolo, hanno praticamente confermato quel progetto, cioè che l’elettorato elbano del centrosinistra in grande maggioranza (75%) si riconosce nel progetto riformista dell’Ulivo di Prodi, semmai con uno specifico focus politico, legato appunto alla straordinarietà della partecipazione a questo evento (ben oltre il 30% del popolo di centrosinistra). Possiamo affermare con ragione che il vero protagonista di queste primarie è stato “l’elettore” del centrosinistra. Un elettore, non generico, ne di maniera, che però è necessario identificare, comprendere ed assumere a riferimento: la sua ampia partecipazione ha arricchito il significato ed i contenuti di queste primarie, fornendo indicazioni e contenuti, che i politici dovranno ben interpretare, andando oltre la semplice indicazione del leader del centrosinistra. Questo elettore ha voluto, ancora una volta, particolarmente per chi aveva dimostrato sordità a quel primo messaggio, esprimersi su quale fosse il progetto politico più valido per sconfiggere Berlusconi e per governare il Paese; per ridare piena fiducia ai giovani, alle donne, ai lavoratori, alle forze produttive del paese, per ricostituire una solidarietà fra ceti abbienti e non abbienti secondo criteri di equità, per riaffermare valori come la sicurezza e la giustizia sociale, l’efficienza e la modernità senza rinunciare ai diritti . Il messaggio dato con le primarie è prima di tutto politico: con quali forze, con quali orientamenti e contenuti si possa e si debba governare. Il messaggio è quello di una unità e stabilità politica dello schieramento del centrosinistra e del superamento delle frammentazioni e delle spinte centrifughe, trasversali a varie forze, rispetto al progetto riformista dell’Ulivo. Non quindi un’unità generica, un “volemose bene” ideologico o cementato solo dal voler sconfiggere Berlusconi, ma un progetto positivo, per governare democraticamente i cambiamenti pur necessari. E’ Il progetto di Prodi che è ritornato, dopo queste primarie, ad essere la proposta politica vincente ed aggregante per il popolo del centrosinistra. Progetto unitario che prevede la costituzione di un soggetto federato di orientamento riformista, che raccolga appunto le forze di matrice riformista, del socialismo riformista, del cattolicesimo e del liberalismo democratico, come guida dell’Unione di centrosinistra. Quella sinistra che, anche all’Elba, per sentirsi viva e partecipe ha bisogno di autodeterminarsi/definirsi sostanziale/mediatica/dimissionaria/aventiniania e pura, non può più girarci intorno ed ancora una volta dimostrare la sordità che l’ha contraddistinta fino ad oggi: il nodo da sciogliere è semplicemente questo: si vuol fare o no questo Ulivo, questo soggetto riformista e di governo, motore dell’alleanza del centrosinistra? E non dovrà essere un insieme di sigle, ma un vero progetto, con indirizzi e contenuti programmatici chiari e condivisi. Un soggetto unitario e politico che sappia vivere in sintonia con questo nuovo elettorato del centrosinistra e sappia essere unificante e dare stabilità e continuità all’azione di governo; all’Elba, proprio per rendere praticabile un governo unitario comprensoriale, proprio per dare forza e stabilità alle amministrazioni di centro sinistra, proprio per rinnovare e rafforzare la politica, per collegarla meglio agli interessi generali, alla trasparenza ed all’onesta nell’esercizio del potere pubblico necessità dare vita a questo soggetto federato e progetto riformista. Basta aver visto all’opera, nei paesi e nei quartieri decine di attiviste/i della Margherita, dei DS, e di tanti altri, anche senza tessera, che si sono mobilitati per organizzare le primarie, per rendersi conto di quanta forza unificante, mobilitatrice e partecipativa abbia questo progetto. Quell’elettrice/ore di centrosinistra espressosi nelle primarie, che retoricamente qualcuno sta celebrando, ha chiesto e chiede semplicemente questo: di non considerare l’Elba fuori da questo processo unificante. Ecco la necessità di rimettere mano alla politica, fatta dai cittadini in carne ed ossa, in forme nuove di partecipazione e di presenza. Per raccogliere questo messaggio in modo coerente necessita dare vita anche sull’Elba, al progetto riformista dell’Ulivo. Giuseppe Coluccia Caro Pino Me la fai fare una osservazione provocatoria? Atteso che, se si vuole far progredire in senso solidale e civile questo paese, il Centro (inteso come i moderati democratici) e la Sinistra (intesa come chi ha un approccio un po' più radicale con le RIFORME) debbono coordinarsi, perchè non facciamo che d'ora in poi voi siete il Centro (che non è una parolaccia) e noi la Sinistra (che a mio parere lo è ancora meno), e ci mettiamo a lavorare seriamente, per mandare a casa Berlusconi e soprattutto per governare dopo? Altrimenti Pino, se continuiamo a bruciare i nostri neuroni cerebrali per stendere (o leggere) chilometriche dissertazioni (e magari pure per replicare alle medesime), a produrre elucubrazioni finalizzate a capire chi ha ragione, chi è Centro, chi è Sinistra, chi è Sinistra col piede al Centro, o chi è Centro col mignolo a Sinistra, tanto il Centro quanto la Sinistra corrono il rischio di non fare un piffero, anzi per dirla più sapidamente rischiano di "fare la fine di quello che si fece mangiare il pipo dalle mosche". Un abbraccio Sergio


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