Torna indietro

Luigi Totaro: Con un'amico in carcere confermo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 16 ottobre 2005

Quando, non molto tempo fa, intervenivo a proposito delle considerazioni del sindaco Martini sui modi di operare del magistrato nella vicenda che aveva visto protagonista un professionista che era anche suo amico, mai avrei pensato che mi sarei trovato a dover tornare su quelle riflessioni per un’occasione che riguarda da vicino una persona amica, oggi protagonista di una analoga vicenda giudiziaria. Parlo del dott. Enrico Graziani, vicesindaco di Campo nell’Elba, mio medico tra l’altro, con il quale mi sono trovato a lavorare per anni durante l’amministrazione guidata dal sindaco Pertici in quello stesso Comune. Non intendo qui dire dei miei rapporti “politici” con Enrico Graziani: a chi interessano non ne manca conoscenza; agli altri ogni precisazione potrebbe apparire una presa di distanza, che è l’esatto contrario di quello che in questo momento desidero fare. Parlo volentieri della conoscenza che ho della persona-Enrico, della sua disponibilità professionale e umana, della sua generosità per la quale potrebbe invocare innumerevoli testimoni. Parlo anche della sua intelligenza personale e anche politica (per quanto controversi siano i giudizi che se ne possono dare), che lo ha collocato in posizione eminente nella comunità in cui ha scelto di vivere e operare. Per tutto questo trovo incredibile la sua implicazione in una vicenda che, per quel che se ne sa, si presenta con i connotati di una grande miseria. Resto però del parere che esprimevo in quell’intervento. I magistrati non agiscono per malvagi impulsi: piuttosto leggono fatti e documenti da una prospettiva esterna, distaccata; e danno un peso oggettivo a elementi di prova che di per sé inducono all’assunzione di provvedimenti gravi e dolorosi per chi li subisce e per chi gli è vicino; e chi ne è oggetto o è prossimo, sulla base della conoscenza dei testimoni, è indotto a valutazioni differenti. Del resto contemporaneamente i detrattori di sempre si compiacciono, per la verità senza prudenza e senza creanza. In questo senso la magistratura è la garanzia di tutti, anche quando i suoi tempi e metodi appaiono crudeli: il tempo restituisce a ciascuno ciò che gli spetta, o almeno questo è quanto auspichiamo e dobbiamo credere. La giustizia si ristabilisce sempre, prima o poi; anche se non sempre è in grado di riparare i torti. In attesa che si compia il suo corso, mi piace credere che l’esito restituirà a Enrico Graziani intatta la sua dignità. Ma in ogni caso, per quel che può valere, non gli sottrarrà la mia amicizia.


luigi totaro

luigi totaro