Torna indietro

Riflettendo sul caso Graziani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 15 ottobre 2005

Dunque sembra proprio che ce l’abbiano fatta a incastrare Enrico Graziani. La responsabile provinciale di AN Amadio rivendica il merito del colpo, e chiede subito nuove elezioni. L’onorevole Napoli, sempre di AN e compartecipe di quel merito, mentre si accinge a votare in Parlamento la legge ex Cirielli per impedire che il processo contro l’ex ministro Previti segua il corso della giustizia, dopo aver votato tutte le leggi per evitare che il suo Presidente del Consiglio, inquisito e giudicato, potesse essere processato, addirittura abolendo dalla lista dei reati punibili quelli a lui imputati, senza neppure sapere di cosa è accusato il vice sindaco di Campo ne dichiara la condanna. In coda vengono, soddisfattissimi, i rappresentanti campesi dello stesso partito, cercando di lucrare il massimo da un evento dai contorni ancora da chiarire. C’è da riflettere: non sulla coerenza di questa gente, ché sarebbe perdita di tempo; ma sulla facilità con cui gioca con la verità e la menzogna. Sono anni, è vero, che le due esponenti di AN, sotto l’impulso dei pesci piccoli locali, si adoperano per accusare la giunta campese e il suo vicesindaco in particolare; ma nessuna delle loro accuse ha avuto esito, e la vicenda odierna non era mai stata da loro sollevata: avevano contestato l’ubicazione dell’ecocentro del Vallone cavalcando la protesta degli abitanti delle vicinanze, come avviene dappertutto; ma di concussione allora non avevano parlato. Anche per la vicenda dell’agosto 2002, contrariamente a quanto afferma la signora Amadio, nessun provvedimento è stato preso a riguardo del sindaco e degli assessori, e il processo all’unico consulente rinviato a giudizio non si è ancora concluso. Tutto questo per dire che la minoranza di AN, non riuscendo a contestare politicamente l’operato della giunta campese, ricorre alla via giudiziaria con estrema disinvoltura (l’onorevole Napoli gode anche dell’immunità parlamentare, e non rischia niente) e senza alcun risultato, salvo poi attribuirsi il merito di procedimenti che hanno origine e causa differenti. Ma questo è lo squallore dell’opposizione. E, si sa, purtroppo lo sciacallaggio politico è pratica diffusa. Il comunicato della Federazione Val di Cornia-Elba, Unione Intercomunale Isola d’Elba, poi, è uno straordinario esempio di pilatismo politico. Nell’apparente obiettività del testo, che non nomina nessuno e espone considerazioni di una banalità sconfortante, è già pronunciata la condanna di un compagno che rappresenta la seconda sezione elbana per numero di tessere. Né la dichiarazione odierna modifica in niente l’atteggiamento assunto. Ieri c’è voluto il commento di Sergio Rossi per diradare la cortina fumogena e far capire i termini reali della vicenda, cioè che si parlava del “pronunciamento di una Federazione a forte indirizzo riformista, che ha in Graziani la prima risorsa elettorale interna. Senza la sezione di Campo la sinistra diessina all'Elba, in occasione dell'ultima tornata congressuale, avrebbe non solo nettamente vinto come è accaduto, ma stravinto. Così come non si può dimenticare che grazie all'innegabile carisma di Graziani alle primarie regionali dei DS il candidato (riformista) Manciulli aveva raccolto a Campo (caso crediamo unico) molte più indicazioni alle primarie di quanti voti effettivi la quercia può contare in assoluto”. E per far capire che la sibillina frase del ‘pronunciamento’ (“Chi dovesse rendersi artefice di certi comportamenti si autoescluderebbe dall’appartenenza ad un partito che ha fatto della ‘questione morale’ uno dei suoi valori e dei suoi fondamenti”) chiaramente mostra la Federazione “quasi ansiosa di sbarazzarsi di quello che fino a ieri era uno dei suoi uomini più rappresentativi”, come ancora soggiunge Rossi, al quale dobbiamo anche la preziosa riflessione sul garantismo nostrano (A Sciambere), che fa ‘pendant’ col giustizialismo di AN, alternandosi a seconda dei casi (politici). Nel merito dei fatti non entro, perché non ho informazioni (come del resto nessuno, mi pare). Conosco Enrico da molti anni, ho lavorato con lui nell’Amministrazione e coi DS campesi, di cui sono stato segretario. Ho avuto ed ho anche pressoché infinite occasioni di dissenso con lui, e ce lo siamo detto; e importanti ne sono state le conseguenze politiche. Ma conosco il suo modo di ragionare e di agire, e escluderei che l’accusa di concussione mossagli possa avere senso. Però non sono giudice e non posso né condannare né assolvere. Spero che questa vicenda si concluda presto, per poter riprendere con Graziani il dibattito, anche aspro e serrato, che non si è mai interrotto. In ogni caso desidero, in questo difficile momento, che senta ininterrotto il mio personale affetto.


graziani arresto finanza pc

graziani arresto finanza pc