Enrico Graziani è stato trasferito nel carcere livornese delle Sughere e non nel Don Bosco di Pisa come era parso in un primo momento. Intorno alle 15,30 di giovedì 13 ottobre il Vicesindaco, partito da Portoferraio poco dopo le ore 13 con un mezzo della Croce Verde e scortato dalla Guardia di Finanza, era già chiuso dentro una cella. Una nota Ansa chiarisce meglio quali siano i capi d’accusa contestati al Graziani ed ai due consulenti, Luigi Pieruzzi e Roberto Mai arrestati dalla Guardia di Finanza mercoledì 12 ottobre. Avrebbero chiesto tangenti - scrive l’Ansa - agli imprenditori per assegnare loro gli appalti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel comune di Campo dell'Elba. E lo avrebbero fatto per anni, tanto che sarebbe diventata quasi una prassi consolidata. L'indagine sarebbe scattata in seguito alle denunce degli imprenditori ai quali venivano chieste le tangenti e che avrebbero ammesso di essere stati costretti a pagare. Gli inquirenti parlano di utilità a favore degli indagati. Tra di essi anche il dipendente comunale, Fabrizio Sabatini, per il quale non è scattato l' arresto, perchè avrebbe avuto un ruolo marginale rispetto agli altri. Secondo quanto si è appreso, gli inquirenti vedrebbero il vicesindaco Graziani come il regista dell'operazione, colui che assicurava la copertura politica e forniva garanzie ai tecnici, e i due consulenti come i diretti beneficiari delle tangenti: gli imprenditori avrebbero regalato loro anche automobili, poi intestate a parenti stretti degli indagati. Anche Graziani, tuttavia, avrebbe ricevuto 'regali' dai titolari delle ditte vincitrici degli appalti. L'indagine ha preso in esame gli appalti degli ultimi dieci anni e le condotte sarebbero state sempre le stesse, con la sola variante dell'avvicendamento delle due ditte incaricate della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
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